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mercoledì 18 settembre 2024

Bada a te stesso

Bada a te stesso e all’insegnamento 

(1 Timoteo 4:16)


Queste serie parole rivolte da Paolo a Timoteo, suo figlio nella fede, contengono un prezioso insegnamento per tutti quelli che sono chiamati da Dio a edificare l'assemblea o a predicare il Vangelo.

Questo passo della Parola pone due doveri essenziali davanti ad ogni fratello che voglia essere utile nell'assemblea. Per prima cosa deve badare a se stesso, e in seguito all'insegnamento che ha il privilegio  e la responsabilità di comunicare. 

"Bada a te stesso" è un'espressione d'immensa portata morale per ogni cristiano, e a maggior ragione per un servitore del Signore. Bisogna che ognuno badi allo stato del proprio cuore e della propria coscienza. Bisogna che si conservi puro (1 Tim. 5:22). Tutto dev’essere tenuto rigorosamente sotto il controllo dello Spirito Santo e della Parola di Dio: pensieri, parole, comportamenti, affetti. E' necessario essere cinti della verità e rivestiti della corazza della giustizia. Lo stato morale e il cammino pratico devono corrispondere alla verità che viene annunziata, altrimenti il nemico avrà certamente la meglio.

Colui che insegna dovrebbe essere l'illustrazione vivente di quello che presenta con le sue parole. Se il suo cuore è sincero e la sua coscienza sensibile, se il timore di Dio e l'amore di Cristo occupano in lui il posto che devono avere, il servitore del Signore avrà a cuore di manifestare nel proprio agire l'effetto che il suo insegnamento ha avuto su di sé. Egli sarà "d'esempio ai credenti nel parlare, nel comportamento, nell'amore, nella fede, nella purezza" (1 Tim. 4:12).

Non dobbiamo tuttavia pensare che il servitore del Signore abbia da presentare se stesso come un modello a quelli ai quali annuncia la Parola. Il modello è Cristo; e l’apostolo Paolo poteva dire: "Siate i miei imitatori, come io lo sono di Cristo". Ma quale predicatore ai giorni nostri oserebbe usare questo linguaggio? Eppure, come Paolo, ognuno dovrebbe poter dire: "Non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi, ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù" (2 Cor. 4:5).

Chi insegna dovrebbe dunque vivere la verità che predica. Insegnare in pubblico quello che la nostra vita privata smentisce è molto pericoloso; pericoloso per noi che disubbidiamo  al Signore, disonorevole per la testimonianza e dannoso per quelli che ci ascoltano.

Il segreto di un servizio utile consiste nel nutrire noi stessi della verità di Dio e nel muoverci nella sua atmosfera, di modo che la verità abiti riccamente in noi, per sgorgare poi verso gli altri con la sua potenza vivente, il suo sapore, la sua unzione, la sua pienezza.

E' triste e molto pericoloso mettersi a studiare la Parola di Dio semplicemente con lo scopo di preparare conferenze o sermoni da recitare agli altri. Niente inaridisce di più l'anima. Occuparsi della verità di Dio soltanto per la propria intelligenza, e accumulare nella memoria dottrine, interpretazioni e principi per ripeterli poi con scioltezza di parole, è ingannevole e demoralizzante. Quando attingiamo acqua per gli altri dobbiamo attingerla prima per noi stessi; come scorrerebbe l’acqua pura in canali incrostati e arrugginiti?  Il Signore ha detto: "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva". La potenza del ministero che potremmo essere chiamati ad esercitare nella Chiesa dipenderà sempre da come ci abbeveriamo personalmente con l’acqua vivificante, non solo se ne attingiamo per gli altri. "Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Giov. 7:37, 38).

Paolo dice poi: "Bada all'insegnamento". Serio avvertimento per quelli a cui Dio affida questo ministero! E' la dipendenza da Dio che ci insegnerà quello che dobbiamo dire e il modo di dirlo. Dio solo conosce lo stato e il bisogno delle anime; noi non sappiamo cosa occorre loro. Rischieremmo di offrire "il nutrimento solido" a quelli che non sono capaci di sopportare altro che "il latte", e così di fare solo del male. "Se uno parla", dice Pietro, "lo faccia come un oracolo di Dio". Uno può alzarsi nell'assemblea e parlare per un'ora; ognuna delle sue parole può essere in stretta sintonia con la Verità; eppure potrebbe non parlare come un “oracolo di Dio”, vale a dire da parte di Dio. 

Questo ci fa sentire l'importanza dell'avvertimento di Paolo: "Bada all'insegnamento". Abbiamo bisogno di essere spogliati di noi stessi per dipendere soltanto dalla potenza e dalla direzione dello Spirito Santo. E' lì che si trova il segreto di ogni ministero efficace, sia orale che scritto. Abbiamo bisogno di rimanere di più ai piedi del Maestro; lì impareremo a conoscere e a condividere l'amore che Egli ha per gli agnelli e le pecore del suo gregge, e saremo resi capaci di dare loro il nutrimento opportuno al tempo opportuno. 

Solo il Signore sa esattamente ciò di cui hanno bisogno i suoi amati figli, ad ogni momento. Un argomento potrebbe averci interessato molto, ma non essere quello che corrisponde in quel momento ai bisogni dell'assemblea. Il soggetto che abbiamo da presentare non è sempre quello che interessa o che piace a noi. Ma come fare a conoscere i veri bisogni dei nostri fratelli o sorelle? Dobbiamo pregare, e chiedere al Signore: "Cosa vuoi che io dica ai tuoi diletti? Dammi per loro il messaggio che si addice". Allora il Signore si servirà di noi come suoi strumenti; la parola sgorgherà, per così dire, dal suo cuore e penetrerà nel nostro, per spandersi poi, secondo la potenza del suo Spirito, nel cuore dei suoi.

Chiediamo al Signore che sia così di tutti quelli che parlano e scrivono per la Chiesa di Dio. Che potenza ne risulta e che progressi nella vita divina quando tutto quello che è detto e scritto ha in vista i veri interessi del gregge del Signore! Si fanno sentire allora solo "sane parole" (1 Tim. 6:3; 2 Tim. 1:13) e si presenta esclusivamente quello che è buono per l'edificazione.

Possa ogni servitore del Signore applicare a se stesso l'avvertimento rivolto a Timoteo: "Bada a te stesso e all'insegnamento… perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano".

"Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina di chi le ascolta. Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che dispensi rettamente la parola della verità" (2 Tim. 2:14, 15).


C. H. Mackintosh