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mercoledì 4 settembre 2024

Vivo

“io sono il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” Apocalisse 1:17-18.

La resurrezione di Cristo evidenzia non solo la vittoria sulla morte ma anche la natura di essa; innanzi tutto il Signore risorto non era un morto riportato in vita. Noi non crediamo che i nostri corpi saranno miracolosamente ricostruiti con le stesse identiche cellule di cui sono composti mentre siamo ora in vita. 

Il Signore resuscitò tre persone durante il suo ministerio, riportando in vita il figlio della vedova di Nain, la figlia di Iario e Lazzaro, ma fu solo un essere riportati indietro e dover rifare tutto da capo, compreso morire di nuovo. Ma la resurrezione di Cristo non era un risuscitare per dover morire di nuovo; lui fu elevato a un piano d'esistenza del tutto nuovo, in cui non era più mortale, ma “vivo per i secoli dei secoli”.

In secondo luogo, la nostra speranza di resurrezione non consiste solo nella sopravvivenza dell'anima ma nell'acquisizione anche di un corpo definito dalla Scrittura glorioso. Il Signore risorto non era né un corpo riportato in vita né uno spirito immateriale e poteva dire: “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io” Luca 24:39. Poteva essere toccato e la sua voce riconosciuta da Maria Maddalena ma poteva anche passare attraverso il sepolcro ed entrare mentre le porte della sala erano chiuse.

Riassumendo, quello che ci aspettiamo non è né un ritorno in vita come eravamo né una sopravvivenza del solo spirito (simili a fantasmi), bensì una resurrezione in cui veniamo trasformati. “Ma qualcuno dirà: Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano? Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore...Ci sono anche dei corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e altro quello dei terrestri” 1 Corinzi 15:35:36.

L'apostolo approfondisce l'argomento ponendo due domande. La prima: Come risuscitano i morti?  E la seconda: E con quale corpo ritornano?

Per spiegare la realtà della resurrezione Paolo fa un esempio comune tratto dal mondo della natura.

“e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo” V.37-38.

Cosa possiamo concludere da ciò? La pianta è forse il seme? No, la pianta non è il seme e neppure gli assomiglia, non potremmo mai immaginare, guardando questo piccolo chicco, la grandezza di ciò che ne verrà fuori ma, tuttavia esiste un legame vitale fra i due. Senza seme non ci sarebbe nessuna pianta.