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domenica 29 settembre 2024

La reazione del Faraone

Ma quando il faraone vide che c'era un po' di respiro si ostinò in cuor suo e non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva detto. Esodo 8:15

Siamo alla seconda piaga che si abbatte sul paese d’Egitto: le rane. Un vero flagello tutta la superficie del paese ne è invasa. L’atteggiamento del Faraone appare mutato rispetto a quello della precedente piaga (acqua mutata in sangue). Il sovrano chiede l’intercessione di Mosè perché preghi Dio, per far terminare il flagello. Messo di fronte alla potenza di Dio, Faraone personifica l’uomo che nel momento del bisogno chiede l’intervento divino. Incarna quell’umanità che quando viene toccata in modo diretto, personalmente, negli interessi, negli affetti, come ultima spiaggia si aggrappa al soccorso divino. Possiamo dire che quasi si pretende un miracolo, una soluzione anche rapida. Mosè chiede al Faraone “per quando” deve chiedere a Dio la cessazione della piaga. La risposta è: “per domani”. L’uomo talvolta agisce così con Dio. Prima lo ignora, poi nel momento della difficoltà si ricorda di Lui e chiede la liberazione, possibilmente rapida, quasi come se Dio fosse al nostro servizio.

Dio mostra la propria potenza per parlare al cuore del Faraone. 

Arriva la liberazione, peraltro nei tempi richiesti, e cosa accade? Quando c’è una tregua e si vede la luce in fondo al tunnel,  c’è un repentino cambio di atteggiamento. Il cuore del Faraone si ostina. La ricerca di Dio era stato qualcosa di puramente egoistico. Dio doveva essere il mezzo per ottenere la fine della piaga? E poi? Tutto si ferma qui. 


Una parola per gli increduli

Oggi (anno 2020) sentiamo qualcuno che chiede preghiere perché questo flagello finisca, che è grato a quei leader religiosi che pregano, intercedono perché Dio abbia misericordia. Molti si aggrappano a Dio. Ricercano la fede come ultimo talismano contro il flagello. Ma c’è un lavoro nel cuore e nella coscienza? Si pensa solo ad una liberazione temporale, o alla salvezza eterna? Dio vuole parlare agli uomini! In questi giorni così carichi di sentimenti, di emozioni molti nominano Dio, invocano un suo intervento. Solo perché il momento è drammatico. Fermatevi! Non deve essere un fatto emozionale, una scelta di convenienza del momento. Rivolgetevi a Cristo, perché sentite il peso dei peccati, a Lui l’unica via per entrare in relazione con Dio. Per essere liberati, non da un flagello, ma dai vostri peccati, dal giudizio, perché il Signore Gesù ha dato la sua vita alla croce per pagare le colpe di tutti coloro che si riconoscono peccatori davanti a Dio. È questo il momento di riflettere, di scegliere per l’avvenire eterno. Non lasciamo che questo periodo sia caratterizzato dall’ansia di allentare questa pressione, ma che ci sia il reale desiderio di affidare la vostra vita a Dio. 

Diversamente, quando ci sarà un po’ di respiro, tutto tornerà come prima, non sarà cambiato nulla e sarebbe una cosa veramente triste. 


Una parola per i credenti. 

Tra tanti mezzi, Dio utilizza le circostanze e le prove della vita per parlarci. Vuole che impariamo a conoscere il nostro cuore e vuole rivelarci il Suo cuore. Desidera che ci avviciniamo sempre di più a Lui, che diventiamo dipendenti e utilizza situazioni dove abbiano necessariamente bisogno di Lui, dove ci rendiamo conto che non siamo nulla. Nella prova acquisiamo questa consapevolezza, ci rivolgiamo a Lui, Lo imploriamo, chiediamo una liberazione, la liberazione arriva, e poi? È umiliante constatare che spesso, quando c’è “un po’ di respiro”, tutto torna come prima. Non abbiamo compreso la lezione, torniamo agli stessi errori, alle stesse debolezze, alle stesse reazioni.

Stiamo vivendo una crisi, che per molti aspetti è senza precedenti. Il mondo della globalizzazione è in quarantena!

Stiamo sperimentando limitazioni e restrizioni a diversi livelli. Stiamo toccando con mano che le cose che abbiamo potrebbero esserci tolte e tanto altro. Le certezze da un punto di vista umano vacillano. Noi conosciamo Dio e oggi ricorriamo a Lui con estrema naturalezza e facilità, ricerchiamo la sua presenza, tocchiamo con mano la realtà delle verità bibliche, sperimentiamo un risveglio spirituale, vediamo con chiarezza le cose che non vanno in noi e che Dio vuole che cambiamo. 

Non sappiamo quanto durerà questa situazione, se ne usciremo e quali conseguenze potrà avere per noi, per i nostri cari. Ma quale sarà la nostra reazione quando “ci sarà un po’ di respiro”? Ci dimenticheremo in fretta di tutto questo? Torneremo alle nostre abitudini? Impareremo le lezioni? 

Chiediamo a Dio che questo periodo di sosta possa contribuire alla nostra crescita spirituale, affinché possiamo glorificarlo e testimoniare di Lui, nei giorni che ci lascia, oggi e se lo vorrà quando “ci sarà un po’ di respiro”.