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domenica 1 settembre 2024

La purificazione della contaminazione nel cammino giornaliero (5/7)

Qualcuno potrebbe chiedere ancora: Che cosa si deve fare quando si ha realmente contratto una contaminazione? Come si può toglierla? Ascoltate il linguaggio figurato del capitolo 19 dei Numeri: «Per colui che sarà divenuto impuro si prenderà della cenere della vittima arsa per il peccato, e vi si verserà su dell’acqua di fonte, in un vaso; poi un uomo puro prenderà dell’issopo, lo intingerà nell’acqua e spruzzerà la tenda, tutti gli utensili, tutte le persone presenti e colui che ha toccato l’osso o l’ucciso o il morto o il sepolcro. L’uomo puro spruzzerà l’impuro il terzo giorno e il settimo giorno, e lo purificherà il settimo giorno; poi l’impuro si laverà le vesti, laverà sé stesso nell’acqua e sarà puro la sera» (vers. 17-19).

Vi è una doppia azione presentata nei versetti 12 e 19; cioè l’azione del terzo giorno e quella del settimo. Entrambe erano essenzialmente necessarie per togliere la contaminazione, contratta nel cammino, dal contatto con le diverse forme della morte specificate più su. Che cosa figurava questa doppia azione? Che cosa ciò corrisponde nella nostra storia spirituale? Senza dubbio questo: allorché per mancanza di vigilanza e di energia spirituale, tocchiamo la cosa impura e in tal modo siamo contaminati, possiamo ignorarlo; ma Dio conosce tutto, a questo riguardo. Egli se ne occupa per noi, veglia su noi; e, sia benedetto il suo Nome, non come un giudice irritato o come un censore rigido, ma come un tenero padre, che non ci imputerà mai nulla, perché tutto è già stato da tempo imputato a Colui che morì al nostro posto. Nondimeno Egli non mancherà di farcelo sentire profondamente e vivamente. Egli sarà un censore fedele della cosa impura; e può riprovarla tanto più energicamente in quanto non ce ne terrà mai conto. Lo Spirito Santo ci ricorda il nostro peccato, ciò che ci causa una inesprimibile angoscia di cuore. Quest’angoscia può continuare per qualche tempo. Può durare per qualche istante, o anche dei giorni, dei mesi, degli anni. Abbiamo conosciuto un giovane cristiano che fu infelice durante tre anni, per aver fatto un’escursione con degli amici mondani. Noi crediamo che quest’opera convincente dello Spirito Santo sia rappresentata dall’azione del terzo giorno. Ci ricorda il nostro peccato, poi ci ricorda ed applica alle nostre anime, per mezzo della Parola scritta, il valore della morte di Cristo come essendo ciò che ha già risposto alla contaminazione che contraiamo così facilmente. Questo risponde all’azione del settimo giorno, toglie la contaminazione e ristabilisce la nostra comunione.

Ricordiamoci bene che non possiamo mai sbarazzarci dalla contaminazione in alcun altro modo. Possiamo cercare di dimenticare la ferita o lasciare al tempo la cura di cancellarla dalla nostra memoria. Ma non c’è nulla di più disastroso che di trattare così la coscienza e i diritti della santità. Questo è insensato quanto pericoloso, poiché Dio, nella sua grazia, ha pienamente provveduto a togliere l’impurità che la sua santità scopre e condanna in tal modo che se l’impurità non è tolta, la comunione è impossibile: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me». La sospensione dalla comunione d’un credente è ciò che risponde alla rescissione d’un membro dalla congregazione d’Israele. Il cristiano non può mai essere reciso da Cristo, ma la comunione può essere interrotta da un solo pensiero colpevole; bisogna dunque che questo pensiero colpevole sia giudicato e confessato, affinché la contaminazione sia tolta e la comunione ristabilita. Caro lettore, dobbiamo conservare una coscienza pura e mantenere la santità di Dio, altrimenti faremo bentosto naufragio quanto alla fede, poi cadremo del tutto. Che il Signore ci dia di camminare tranquillamente e con cura, nella vigilanza e nella preghiera, finché abbiamo deposto i nostri corpi di peccato e di morte, e siamo entrati nel soggiorno risplendente e benedetto dove il peccato, la contaminazione e la morte sono sconosciuti.