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giovedì 19 settembre 2024

Fare il punto

"Così parla il Signore degli eserciti: Riflettete bene sulla vostra condotta!" (Aggeo 1:5).

Gli Israeliti ritornati dalla deportazione hanno perso ogni entusiasmo per la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, la casa dell'Eterno, e per contro si danno molto da fare per migliorare le comodità delle loro abitazioni e accrescere il loro benessere.

Per risvegliare la pietà e l'ardore, Dio manda loro il profeta Aggeo che li invita ad una seria riflessione: “Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate ma senza saziarvi; bevete ma senza soddisfare la vostra sete..." (1:6). Essi mettevano al primo posto i loro interessi personali, e non quelli dell'Eterno: "Voi vi aspettavate molto, ed ecco c'è poco... Perché?, dice il Signore degli Eserciti-. A motivo della mia casa che giace in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa" (1:9).

Questo ammonimento toccherà gli abitanti di Gerusalemme che si metteranno al lavoro.  E l'Eterno fa da parte sua delle incoraggianti promesse e garantisce il suo appoggio: "Io sono con voi... Il mio Spirito è in mezzo a voi, non temete!"(2:4-5). 

Per diverse volte in questo Libro c'è l'espressione. “Riflettete bene". La prima volta quando sono esortati ad esaminare la loro condotta (1:5) e a riconoscere la loro povertà; la seconda volta prima di spronarli a salire sui monti per prendere del legname e ricostruire la casa, opera che avrebbe glorificato Dio e nella quale Egli si sarebbe compiaciuto (1:7-8). Poi, al cap. 2 v. 15 e 18, c'è ancora l'invito a riflettere bene su ciò che era avvenuto fino a quel giorno, giorno in cui erano state messe "le fondamenta della casa del Signore". "Riflettete bene! C'e forse ancora del grano nel granaio? La stessa vigna, il fico, il melograno, l'ulivo, nulla producono". E Dio aggiunge: "Da questo giorno, io vi benedirò”.

Nel senso letterale l'espressione "riflettete bene" significa “mettete i vostri cuori”, e si potrebbe anche tradurre “guardate nei vostri cuori”

Che parole solenni! Non si rivolgono forse anche a noi? Non siamo anche noi invitati a fare di tanto in tanto il punto della situazione, per sapere dove ci troviamo e cosa stiamo facendo? Come un marinaio che deve assicurarsi se è nella buona direzione e se per caso non ha deviato dalla rotta a causa dei venti o delle correnti.

Ci siamo messi in viaggio da quando abbiamo creduto, perché la fede è, sì, un punto d'arrivo, ma è anche un punto di partenza: abbiamo intrapreso un'opera di testimonianza, oppure esercitiamo un servizio nell'assemblea o assolviamo a certi incarichi nell'opera del Signore... Ma il tempo passa e c'è il rischio che i buoni impegni si trasformino in abitudini, in routine, senza entusiasmo e senza vitalità. Quello che avevamo incominciato col Signore e per amore per Lui, lo continuiamo per la nostra propria soddisfazione; quello che facevamo contando sulla forza del Signore lo proseguiamo basandoci sulle nostre forze...

È ormai tempo di “guardare nei nostri cuori", di "esaminare bene le nostre vie e la nostra condotta" per discernere quali sono oggi le nostre vere motivazioni e se non è il caso che ci risvegliamo per ripartire su delle nuove basi. Se ci mettiamo umilmente davanti a Dio riceveremo il discernimento e la forza per compiere i necessari cambiamenti, sia come individui, nella nostra vita personale, sia come assemblea.