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martedì 1 ottobre 2024

Svegliarsi

“La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe. E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente. Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi” Atti 14:22-24. 

Aveva fatto il suo dovere: i prigionieri che gli erano stati affidati, due cristiani, li aveva gettati nella prigione più isolata, più lontana, e aveva serrato i loro piedi nei ceppi. Con il cuore privo di pietà, con la coscienza indurita come tutti coloro che rifiutano e vogliono mantenere le distanze dai cristiani e del loro Dio, si era addormentato. Verso la mezzanotte i due prigionieri, l'apostolo Paolo e Sila, si misero a cantare le lodi a Dio. Che importanza potevano avere le catene che li trattenevano, le piaghe che la frusta aveva aperte nelle loro carni! Il giorno seguente forse sarebbero stati condotti al supplizio, ma avevano Dio con loro. Cantavano e il canto dei loro inni non svegliava il carceriere dal suo sonno.

Dio allora gli parla in un altro modo. La prigione è scossa dalle fondamenta da un terremoto, che nello stesso tempo, libera i prigionieri dai loro legami e apre tutte le porte. Allora finalmente il carceriere si sveglia. Né l'amore di Dio celebrato dai cantici, né la sua ira manifestata nel terremoto, avevano toccato il suo cuore. Ora però ha paura. Vuole uccidersi poiché pensa che i prigionieri siano fuggiti. Ha perso la sua reputazione e a paura degli uomini. Misero essere. Senza pietà per gli altri, senza timore di Dio, non pensa che a ciò che egli chiama il suo onore. Solo Dio può avere compassione di un tale uomo.

Il carceriere non comprende perché i prigionieri non siano fuggiti. I legami sono sciolti, le porte sono aperte, perché sono ancora lì? Quegli uomini che cantano inni quando i loro persecutori vorrebbero che gridassero di dolore, che rifiutano di fuggire quando la libertà è loro offerta, questi cristiani chi sono in realtà? Il carceriere si getta ai loro piedi. Non ha più paura di perdere la reputazione. Ora, vuole conoscere il loro Dio. Fa loro una domanda e riceve una risposta: “Ed essi risposero: Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” V.31. 

Che esempio toccante di ciò che è la grazia infinita di Dio. Non c'è cuore troppo duro da non poter essere infranto da Dio, non c'è coscienza così indurita da non poter essere svegliata. Ciò che ha sperimentato questo carceriere allora può essere sperimentato anche da voi oggi, basta indirizzare di cuore a Dio lo stesso grido. “Che debbo fare per essere salvato?”. La Bibbia dichiara ancora oggi: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”.