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sabato 5 ottobre 2024

Ricostruire

“Allora dissi loro: Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme” Neemia 2:17.


Neemia ebbe un ruolo importante nel disegno di Dio per il suo popolo. E' una figura importante e attuale anche per la situazione delle chiese oggi. Siamo consapevoli di quanto sia necessario vegliare  e a non essere disposti ad accettare l'inaccettabile. Come è possibile tollerare ciò che Dio trova intollerabile?

Neemia nell'ispezione delle mura e delle porte di Gerusalemme, scoprì che il rapporto che aveva ascoltato era corretto: le mura erano state demolite e le porte bruciate dal fuoco. Che immagine del muro di separazione tra credenti e il mondo che viene demolita e i principi di verità come quelli visti nelle porte bruciato, cioè, volontariamente distrutti! Le porte servivano per separare ciò era dentro da ciò che stava fuori. 

Vediamo queste cose nel professare la cristianità oggi? Mura distrutte e porte bruciate?

Purtroppo, è vero praticamente ovunque! Possiamo riparare questi muri e porte? Certamente non in tutta la cristianità; ma possiamo farlo in qualunque piccola sfera di responsabilità che il Signore ci ha affidato.

venerdì 4 ottobre 2024

Valutazioni sbagliate

Luca 12

Il Vangelo di Luca ci riporta il racconto di una parabola di Cristo. La campagna di un uomo ricco aveva fruttato copiosamente. Il raccolto era stato talmente abbondante, a tal punto che non sapeva dove riporlo. Si poneva un problema. Cosa fare? Allora fece un discorso di prospettiva, di ristrutturazione del proprio patrimonio. La strategia da adottare sarebbe stata questa: demolizione dei granai esistenti, costruzione di nuovi e più grandi, adeguati a raccogliere il grano della nuova raccolta. Il personaggio in questione ragionava al futuro farò, demolirò, costruirò, raccoglierò. Pensava in un modo come se avesse potuto disporre della propria esistenza a suo piacimento. Tra l’altro aveva anche una lunga aspettativa di vita, lo capiamo dalle espressioni che utilizza: “… anima mia hai molti beni ammassati per molti anni”. Possiamo dire che questa fosse una sua prima valutazione: molti beni che gli avrebbero garantito sicurezza per molti anni. Proseguendo nell’esame delle sue considerazioni possiamo notare quali fossero le implicazioni, le conseguenze, l’impatto che avrebbe avuto sulla sua vita il fatto di avere un’abbondanza pluriennale. Anima mia…riposati, mangia, bevi, divertiti. Potremmo pensare che dopo un lavoro lungo, duro, dei sacrifici, un po’ di riposo potesse essere giusto e meritato. Risulta però evidente da queste affermazioni che per questo soggetto contava solo la soddisfazione dei bisogni materiali e voluttuari: mangiare, bere, divertirsi. Tutto questo grazie ai suoi beni materiali. 

Erano corrette queste valutazioni?

Pensiamo di no. Perché? Quella notte stessa Dio gli disse: “…stolto l’anima tua ti sarà ridomandata e quello che hai preparato di chi sarà?”.

Quali valutazioni stai facendo per la tua vita? Forse sei giovane, sei più avanti con l’età e comunque confidi sul fatto di avere una buona salute. Viviamo in un paese in cui l’aspettativa di vita è oltre gli ottant’anni.

Gli accadimenti di questo periodo dovrebbero portarci a delle importanti riflessioni. Non si può guardare al futuro pensando di essere padroni della propria vita.

Cosa dice la bibbia a questo proposito? “Non ti vantare del domani, poiché non sai quel che un giorno possa produrre” Proverbi 27:1, infatti “…non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.” Giacomo 4:14. Cosa stai facendo nella tua vita? Stai cercando di emergere, di farti una posizione, di fare una scalata sociale? Assicurarti un avvenire tranquillo, solido economicamente. Le attuali circostanze ci devono insegnare che non vi è nulla di solido. Pensi che la vera soddisfazione dei bisogni spirituali  della tua anima si possa perseguire attraverso il raggiungimento di obiettivi, nella ricerca del piacere e  dei divertimenti.

L’invito è a riflettere, a pensare che la vita non ci appartiene, che tutto può finire in un attimo, che in ogni caso le ricchezze accumulate possono svanire. “Vuoi tu fissare lo sguardo su ciò che scompare? Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l’aquila che vola verso il cielo” Proverbi 23:5.

Fai le giuste valutazioni. Pensa che se la vita terrena finisce, Dio ti vuole donare la vita eterna. Se i beni materiali di questa terra sono per un tempo, Dio ti garantisce dei beni duraturi. Come si fa ad ottenere tutto questo? Occorre riconoscersi peccatori, senza speranza e credere che “Dio ha mandato il suo Figlio unigenito (il Signore Gesù) nel mondo, affinché per mezzo di lui vivessimo” 1 Giovanni 4:9. Per dare a noi che eravamo spiritualmente morti, la vita eterna il Signore Gesù è morto sulla croce. Ha portato su di sé la giusta condanna che riguardava i nostri peccati. E’ risorto, ha vinto la morte e la prospettiva che apre davanti a noi è stabile, duratura di vera felicità, perché si riposa interamente su ciò che Lui ha fatto per noi.

Fai le giuste valutazioni, confessa i tuoi peccati, accetta il dono di Dio appropriati dell’opera di Cristo: ha un valore eterno.

giovedì 3 ottobre 2024

Il vasaio

“Mi hai plasmato come argilla” Giobbe 10:9.

“Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia” Geremia 18:6. 

Durante uno dei campi estivi per bambini, avendo la necessità di presentare in modo visivo-pratico il lavoro che il Signore svolge pazientemente su ciascuno di noi, avevamo deciso di far costruire loro dei vasi di argilla con un piccolo tornio. Fu spiegato prima, in modo dettagliato, quelle che sono le fasi di questo lavoro: L'argilla viene prima ripulita dalle piccole pietre e da tutte le altre imperfezioni, stemperata con acqua e setacciata. Questo tipo di lavorazione richiede una grande quantità di acqua e questa continua ad essere usata del continuo durante tutta la preparazione. Poi intervengono le dita sapienti del vasaio che inizia a far girare l'impasto sul tornio per modellarlo secondo i suoi scopi e l'acqua continua a scorrere. Può capitare che l'argilla, indurita in qualche punto, impedisca la prosecuzione del lavoro; con le sue dita esperte il vasaio asporta il pezzo resistente e riprende il lavoro finché ottiene un vaso secondo i suoi disegni. Non è ancora finita e infatti, il vaso, per essere resistente e stabile ha bisogno dell'azione del fuoco e verrà cotto in forno a 900°. 

Dio, allo stesso modo, agisce nei confronti dei suoi. L'acqua, (la Parola di Dio), interviene del continuo durante la nostra formazione, ma sono necessarie anche le prove e la disciplina di Dio (il fuoco) per completare l'opera.

Ma il nostro vasaio può avere anche dei progetti particolari e in questo caso si rende necessario anche un materiale e una lavorazione diversa. Vi sono vari tipi di ceramica e poi vi è la porcellana. Per ottenerla è necessario come base un'argilla ancora più fine ma non basta, occorre che nell'impasto sia presente una grossa quantità di un altro componente (il caolino) e la cottura deve avvenire a 1200°. Meno imperfezioni, più Cristo, più scuola di Dio e l'opera che ne uscirà sarà qualcosa di particolare per il vasaio.

Dio ha un suo piano per ciascuno di noi; lasciamolo agire nella nostra vita per modellarci, per essere dei vasi ad onore, santificati, utili al servizio del Maestro, preparati per ogni opera buona (2 Timoteo 2:21).

mercoledì 2 ottobre 2024

Benvenuto

“Saulo, sempre spirante minacce e stragi” Atti 9:1.

Ciò che colpisce dalla lettura di questo passo è la grazia sovrana di Dio. Il Signore dirà a Saulo: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo” (Atti 26:14), paragonandolo ad un torello ribelle che deve essere riportato alla ragione. 

Che cosa è questo pungolo?

La testimonianza di Stefano, le voci persistenti della risurrezione del Signore, la sua stessa coscienza e le innumerevoli vie che Dio usa per toccare i nostri cuori.

Pensiamo che Saulo sia stato un caso isolato? Si, certo la sua mente era ottenebrata dai pregiudizi, era palesemente un ribelle ma pensate che la condizione del resto dell'umanità sia diversa?

“Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” Efesini 2:1-2.

No!  Ognuno di noi è per sua natura un ribelle ma, per sua natura, Dio è un Dio di grazia e di misericordia ed è questa la grande e buona notizia per tutti gli uomini. Ed avviene una cosa straordinaria che può essere vera per ogni uomo: Di li a pochi giorni Saulo diventerà un cristiano convertito e battezzato.

E' meraviglioso vedere la trasformazione che avvenne in lui, specialmente nei rapporti con i cristiani e con le chiese. Anania lo visitò, gli impose le mani e lo chiamò: “Fratello Saulo” Atti 9:17. 

Non possiamo fare a meno di commuoverci a queste parole; devono essere sembrate musica per le orecchie di Saulo.

Che cosa? Il nemico numero uno della chiesa viene ricevuto come fratello? Sì! Perciò si alzò e fu battezzato nella comunità cristiana. Circa tre anni dopo a Gerusalemme i discepoli erano piuttosto scettici su questa conversione e fu Barnaba che lo presentò agli apostoli. Grazie a Dio per Anania a Damasco e per Barnaba a Gerusalemme; se non fosse stato per il benvenuto che loro diedero a Saulo, il corso della storia della chiesa sarebbe stato diverso.

martedì 1 ottobre 2024

Svegliarsi

“La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe. E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente. Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi” Atti 14:22-24. 

Aveva fatto il suo dovere: i prigionieri che gli erano stati affidati, due cristiani, li aveva gettati nella prigione più isolata, più lontana, e aveva serrato i loro piedi nei ceppi. Con il cuore privo di pietà, con la coscienza indurita come tutti coloro che rifiutano e vogliono mantenere le distanze dai cristiani e del loro Dio, si era addormentato. Verso la mezzanotte i due prigionieri, l'apostolo Paolo e Sila, si misero a cantare le lodi a Dio. Che importanza potevano avere le catene che li trattenevano, le piaghe che la frusta aveva aperte nelle loro carni! Il giorno seguente forse sarebbero stati condotti al supplizio, ma avevano Dio con loro. Cantavano e il canto dei loro inni non svegliava il carceriere dal suo sonno.

Dio allora gli parla in un altro modo. La prigione è scossa dalle fondamenta da un terremoto, che nello stesso tempo, libera i prigionieri dai loro legami e apre tutte le porte. Allora finalmente il carceriere si sveglia. Né l'amore di Dio celebrato dai cantici, né la sua ira manifestata nel terremoto, avevano toccato il suo cuore. Ora però ha paura. Vuole uccidersi poiché pensa che i prigionieri siano fuggiti. Ha perso la sua reputazione e a paura degli uomini. Misero essere. Senza pietà per gli altri, senza timore di Dio, non pensa che a ciò che egli chiama il suo onore. Solo Dio può avere compassione di un tale uomo.

Il carceriere non comprende perché i prigionieri non siano fuggiti. I legami sono sciolti, le porte sono aperte, perché sono ancora lì? Quegli uomini che cantano inni quando i loro persecutori vorrebbero che gridassero di dolore, che rifiutano di fuggire quando la libertà è loro offerta, questi cristiani chi sono in realtà? Il carceriere si getta ai loro piedi. Non ha più paura di perdere la reputazione. Ora, vuole conoscere il loro Dio. Fa loro una domanda e riceve una risposta: “Ed essi risposero: Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” V.31. 

Che esempio toccante di ciò che è la grazia infinita di Dio. Non c'è cuore troppo duro da non poter essere infranto da Dio, non c'è coscienza così indurita da non poter essere svegliata. Ciò che ha sperimentato questo carceriere allora può essere sperimentato anche da voi oggi, basta indirizzare di cuore a Dio lo stesso grido. “Che debbo fare per essere salvato?”. La Bibbia dichiara ancora oggi: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”.