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lunedì 28 ottobre 2024

Scatole vuote

I ragazzi a volte sanno essere molto crudeli.

L'occasione è una festa e il luogo è un centro di accoglienza per ragazzi, c'è un grande albero illuminato e un gran mucchio di pacchi colorati accatastati poco lontano. Tutti sorridono anche il nuovo arrivato, un ragazzo magro dai capelli arruffati. E' il suo primo natale in quella casa e ancora non sa che i novellini sono spesso presi di mira e bersaglio di brutti scherzi da parte dei compagni. Mentre la montagna dei doni diventa sempre più piccola e i nomi vengono scanditi ad uno ad uno finalmente arriva anche il suo. I suoi occhi brillano mentre guarda il pacco avvolto in una lucente carta colorata.  La sua eccitazione sale al massimo mentre scioglie il nastro, le dita corrono a togliere la carta ma quando apre la scatola il suo cuore cessa di battere per un momento: E' vuota, la scatola è vuota.

La confezione era accattivante, il nastro era colorato. Il packing  era sufficientemente bello da fargli desiderare di aprirlo; ma quando lo ha fatto la scatola era vuota.

Sei mai stato in quella situazione?

Tante persone sì.

Una giovane piange in silenzio sul suo cuscino, per una vita aveva sognato un matrimonio. “Se solo potessi avere un marito e una casa allora io potrei...”.

Così adesso lei è sposata, ma il marito si è rivelato essere una cosa “inaspettata”. Il tunnel che ha scavato per uscire da quella prigione l'ha solo condotta in un altra.

Un uomo d'affari di mezza età siede nel suo lussuoso ufficio fissando il vuoto al di là della finestra. Un automobile, rossa, sportiva, l'attende nel parcheggio. C'è un orologio d'oro al suo polso, il suo nome è inciso su una targhetta d'ottone sulla porta, il suo vestito è stato cucito su misura e nel suo portafoglio ci sono un bel numero di carte di credito.

Dovrebbe essere felice, ora possiede il pacco che desiderava avere, ma non lo vuole più. Ha lasciato sua moglie nella polvere della sua ambizione. I bambini che lo avevano chiamato papà non lo chiamano più così; ora hanno un altro padre.

Un giovane intraprendente ha speso metà della sua vita nell'inseguire il suo sogno. Adesso ha una attività in proprio, ha aspettato tanto e altrettanto ha speso, ma adesso che finalmente poteva stringere il suo pacco colorato fra le mani e poteva aprirlo... si è accorto che era vuoto, così bello, così allettante, ma vuoto. Inconvenienti della vita, sorte avversa, imprevisti, chiamateli come volete ma adesso, mentre spinge la sua sedia a rotelle guarda con rassegnazione la sua attività sgretolarsi piano piano.

Vi è stato un re che ha voluto mettere alla prova i desideri del proprio cuore, ha deciso di non rinunciare a nessuno dei suoi suggerimenti ma, come possiamo leggere, questo tipo di prova è stato un fallimento. Tutto ciò che aveva desiderato lo aveva portato ad una amara conclusione: “Io ho detto in cuor mio: «Andiamo! Ti voglio mettere alla prova con la gioia, e tu godrai il piacere!» ...Io presi in cuor mio la decisione di abbandonare la mia carne alle attrattive del vino...intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; comprai servi e serve... ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, ...accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero...Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro...Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento...non si trae alcun profitto” Ecclesiaste 2:1-11. 

Una vanità è una cosa senza senso, una cosa vuota dalla quale non si trae alcun profitto.

“Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità” Ecclesiaste 5:10.

Si resta con le mani vuote e viene voglia di maledire il mondo. Forse il figliol prodigo deve averlo fatto (Luca 15:11-27).

Il ragazzo guardò la sua immagine riflessa in una pozzanghera mentre i porci gli pascolavano attorno. Quanto era stato sciocco!  se ne rendeva conto solo ora solo dopo che il suo pacco era stato aperto. Era vuoto.

Lo aveva tanto desiderato, era stufo, voleva andarsene, aveva grandi idee e grandi aspettative, pensava di ottenere chissà quali cose, bastava incamminarsi da solo lasciandosi tutto alle spalle. Era un giovane capace, intelligente e chissà quante cose avrebbe potuto fare con le sue capacità. 

I maiali ora gli giravano attorno e mangiavano cose più appetitose delle sue. Aveva sbagliato tutto.

Decise di tornare a casa, era cambiato. Non tornava per pretendere qualcosa, il “dammi” era stato sostituito da “aiutami” e la sua disubbidienza era stata sostituita dal pentimento. Veniva per chiedere qualsiasi cosa senza avere niente da dare in cambio e non aveva la minima idea di quanto  “il Padre” desiderasse il suo ritorno. 

Aveva vissuto cercando di arrivare a conquistare il “suo pacco” ma che delusione, che scoraggiamento, intorno a lui non vi erano che pacchi vuoti. 

E che dire della donna del pozzo? 

La Samaritana conosce l'acuto dolore della sconfitta, ha scoperto a sue spese quanto vuoti e profondi siano i “pozzi” di questo mondo fino a quell'incontro, fino a quelle parole: “Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna»” Giovanni 4:13

Stanchi, delusi, amareggiati? Pensate che non vi sia più via di uscita?

Beh, ne è rimasta ancora una è non avete idea di quanto essa sia straordinaria.

“Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva»” Giovanni 4:10.