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venerdì 18 ottobre 2024

Violenza

La violenza è figlia dell'egoismo e dell'orgoglio. Il suo germe è in ognuno di noi. Se non arriva a portare frutto è perché la reprimono il carattere e l'educazione ma è presente nella nostra natura umana e al momento opportuno può sempre manifestarsi.

Con la violenza si cerca di sopraffare gli altri, di bloccare ogni loro reazione, per imporre le proprie idee o esaltare la propria personalità o ottenere cose materiali. La storia dell'uomo, di ieri e di oggi, è una storia di violenza. Per dominare si uccide, per conquistare si fa la guerra, per aumentare i propri averi si opprime, per essere più grandi si violano i diritti dei deboli e degli indifesi.

Fin dai suoi primi anni l'uomo fece scrivere a Dio, nella sua Parola, la Bibbia, pagine di cronaca nera. Caino fu il protagonista della prima storia di violenza: “Un giorno Caino parlava con suo fratello Abele e, trovandosi nei campi, Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l'uccise” Genesi 4:8.

Poco tempo dopo, “la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza” 6:11. E così apparve allo sguardo triste e deluso del Creatore che fece questo commento: “Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza” v.13. Satana era riuscito ad esercitare un'influenza determinante sul comportamento degli esseri umani diventati anch'essi peccatori a causa della disubbidienza di Adamo e Eva. Il diluvio venne e “portò via tutti quanti” (Mat. 24:39) salvo Noè e i suoi. Ma la situazione di fondo non cambiò. Lo scorrere dei secoli vide piuttosto un peggioramento delle cose. Gli abitanti di Ninive furono esortati a pentirsi dalle loro vie malvagie e “dalla violenza compiuta dalle loro mani” (Giona 3:8); e così fecero, e la città scampò alla distruzione. In Israele ai tempi del profeta Geremia non si sentiva parlare che “di violenza e di rovina” (Geremia 6:7), ma nonostante i richiami del profeta non ci fu il pentimento e il castigo giunse.

“Il SIGNORE ...detesta l'empio e colui che ama la violenza” Salmo 11:5.

La violenza c'è anche a volte nel nostro modo di fare quando alziamo la voce per imporre il nostro pensiero o la nostra idea, quando trattiamo gli altri dall'alto per intimidirli, quando rispondiamo con stizza per bloccare ogni eventuale opposizione. Fra i credenti gli atti di violenza disuniscono e amareggiano gli animi. Il “mordersi e divorarsi gli uni gli altri” (Galati 5:15) si adatta più a una gabbia di belve feroci che ad una chiesa che porta il nome di Cristo. Non possiamo servire il Signore se non assomigliamo a Lui, che era mansueto e umile di cuore “e non aveva commesso violenze” Isaia 53:9.