Scorrendo i necrologi pubblicitari da un giornale, sono stato colpito da una frase che precedeva uno di essi: “Il sonno non è che una breve morte, e la morte un sonno più lungo. Dormi tranquillo”.
Una frase del genere non è che uno dei tanti tentativi che l'uomo fa per vincere la paura della morte. Con un gioco di parole si cerca di confondere la morte col sonno per dedurre poi che l'estinto può essere tranquillo. Follia! Dopo la morte non c'è ne riposo ne tranquillità ma il giudizio. “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” Ebrei 9:27.
Si dice spesso, di fronte alla morte siamo tutti uguali. Invece Dio divide gli uomini in due categorie: quelli che compariranno davanti a Dio per essere giudicati per i loro peccati e coloro che avendo creduto nel sacrificio di Cristo non verranno in giudizio ma saranno salvati. Infatti il Signore stesso disse: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” Giov. 5:24.
Dopo la morte si conosce già la sofferenza. Del ricco è scritto: “E nell'Ades, essendo nei tormenti” (Luca 16:23) cioè era nel luogo dove soggiorneranno fino al momento del giudizio. Nessuno potrà mutare questa situazione; inutili saranno le preghiere o altri riti religiosi dei vivi in favore dei defunti. Questo avviene per la prima categoria, la seconda invece, è subito con il Signore. “ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore” 2 Cor. 5:8.
Se cerchi la “tranquillità”, la sicurezza ricercala in Dio. Chiediti se il tuo nome è scritto nel Libro della Vita perché altrimenti sarai gettato nello “stagno di fuoco”, la dove è il pianto e lo stridor dei denti. “Scegli la vita (Cristo) affinché tu viva” Deut. 30:19. Scegli oggi perché il domani non ti appartiene.