La notte è
avanzata, il giorno è vicino.
La venuta
del Signore è vicina.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri.
È singolare il fatto di non vedere, tra i cristiani, dell'interesse per quello che è chiamato “il ritorno del Signore”, mentre la Parola di Dio, a questo riguardo, ci parla di speranza, di gioia ineffabile e gloriosa.
Così, tra le grandi consolazioni che il Signore Gesù ha lasciato durante il suo soggiorno sulla terra, ce n’è una che dovrebbe avere più impatto nel nostro cuore. È la consolazione che ha dato ai suoi discepoli: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). La sua assenza è soltanto temporanea; non siamo separati dal nostro Salvatore che per breve tempo. La sua promessa rimane. Il Signore sta per tornare dal cielo. Che sappiamo vivere nell’attesa di quel meraviglioso momento in cui, in un istante, in un batter d’occhio (1 Corinzi 15:52), Cristo “trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21). Dal cielo, egli cerca ancora oggi la pecora perduta; raduna, nutre e ama teneramente quelli che gli appartengono, preparandoli per il suo ritorno.
Amici credenti, ignoreremmo forse tutto questo? Oppure saremmo insensibili all’imminenza di tale avvenimento? Siamo pronti! E, nell’attesa di quell’istante, il Signore ci metta a cuore la salvezza degli uomini senza speranza! La porta della grazia è ancora aperta, perché molti si rivolgano a Dio per servirlo e aspettare dal cielo “Gesù che ci libera dall’ira imminente” (1 Tessalonicesi 1:10). Dobbiamo dunque vegliare e pregare.
Romani 13:12
Giacomo 5:8
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri.
1 Tessalonicesi 5:6
È singolare il fatto di non vedere, tra i cristiani, dell'interesse per quello che è chiamato “il ritorno del Signore”, mentre la Parola di Dio, a questo riguardo, ci parla di speranza, di gioia ineffabile e gloriosa.
Così, tra le grandi consolazioni che il Signore Gesù ha lasciato durante il suo soggiorno sulla terra, ce n’è una che dovrebbe avere più impatto nel nostro cuore. È la consolazione che ha dato ai suoi discepoli: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). La sua assenza è soltanto temporanea; non siamo separati dal nostro Salvatore che per breve tempo. La sua promessa rimane. Il Signore sta per tornare dal cielo. Che sappiamo vivere nell’attesa di quel meraviglioso momento in cui, in un istante, in un batter d’occhio (1 Corinzi 15:52), Cristo “trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21). Dal cielo, egli cerca ancora oggi la pecora perduta; raduna, nutre e ama teneramente quelli che gli appartengono, preparandoli per il suo ritorno.
Amici credenti, ignoreremmo forse tutto questo? Oppure saremmo insensibili all’imminenza di tale avvenimento? Siamo pronti! E, nell’attesa di quell’istante, il Signore ci metta a cuore la salvezza degli uomini senza speranza! La porta della grazia è ancora aperta, perché molti si rivolgano a Dio per servirlo e aspettare dal cielo “Gesù che ci libera dall’ira imminente” (1 Tessalonicesi 1:10). Dobbiamo dunque vegliare e pregare.