La Parola è
diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di
verità, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal
Padre.
Mistero e gloria dell’Evangelo! Il Figlio, il Verbo eterno, non ha solo preso l’apparenza umana, è diventato lui stesso un uomo. Colui che esisteva da ogni eternità è entrato nel tempo e nella storia. Ha conosciuto tutto quello che comporta la condizione umana, tranne il peccato. S’è rallegrato, ha sofferto, ha pianto, e ha anche guarito “affinché si adempiesse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie” (Matteo 8:17).
“La Parola… ha abitato in mezzo a noi”. Il verbo “abitare” deriva qui dalla parola “tenda” o “tabernacolo”. Evoca il tabernacolo costruito nel deserto perché Dio risiedesse con il suo popolo (Esodo 25:8). Colui che stava lì, in mezzo agli uomini, era Emmanuele (nome che significa: “Dio con noi”). Apparentemente, niente distingueva Gesù da un’altra persona. Eppure, Lui era Dio stesso che andava di luogo in luogo facendo il bene (vedi Atti 10:38), s’avvicinava a quelli che soffrivano, liberava gl’indemoniati, guariva gli ammalati, prendeva in braccio i piccoli fanciulli…
Tra coloro che hanno incontrato Gesù quand’era sulla terra, non tutti hanno creduto in lui. Solo alcuni hanno saputo discernere la grandezza del Figlio unico del Padre. Giovanni Battista ha dichiarato: “Io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio” (Giovanni 1:34). Pietro ha risposto a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16:16). Ancora oggi, se ascoltiamo Gesù, che è la Parola diventata carne, conosceremo l’azione efficace della grazia e della verità per ricevere la vita eterna.
Giovanni 1:14
Mistero e gloria dell’Evangelo! Il Figlio, il Verbo eterno, non ha solo preso l’apparenza umana, è diventato lui stesso un uomo. Colui che esisteva da ogni eternità è entrato nel tempo e nella storia. Ha conosciuto tutto quello che comporta la condizione umana, tranne il peccato. S’è rallegrato, ha sofferto, ha pianto, e ha anche guarito “affinché si adempiesse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie” (Matteo 8:17).
“La Parola… ha abitato in mezzo a noi”. Il verbo “abitare” deriva qui dalla parola “tenda” o “tabernacolo”. Evoca il tabernacolo costruito nel deserto perché Dio risiedesse con il suo popolo (Esodo 25:8). Colui che stava lì, in mezzo agli uomini, era Emmanuele (nome che significa: “Dio con noi”). Apparentemente, niente distingueva Gesù da un’altra persona. Eppure, Lui era Dio stesso che andava di luogo in luogo facendo il bene (vedi Atti 10:38), s’avvicinava a quelli che soffrivano, liberava gl’indemoniati, guariva gli ammalati, prendeva in braccio i piccoli fanciulli…
Tra coloro che hanno incontrato Gesù quand’era sulla terra, non tutti hanno creduto in lui. Solo alcuni hanno saputo discernere la grandezza del Figlio unico del Padre. Giovanni Battista ha dichiarato: “Io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio” (Giovanni 1:34). Pietro ha risposto a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16:16). Ancora oggi, se ascoltiamo Gesù, che è la Parola diventata carne, conosceremo l’azione efficace della grazia e della verità per ricevere la vita eterna.