Figlioli,
guardatevi dagl’idoli.
Perciò, miei cari, fuggite l’idolatria. Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi su quel che dico.
1 Giovanni 5:21
Perciò, miei cari, fuggite l’idolatria. Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi su quel che dico.
1 Corinzi 10:14-15
Al giorno
d’oggi, l’infatuazione per la competizione sportiva ha raggiunto proporzioni
sorprendenti. Intere folle dedicano un vero culto a certi sport, come il calcio
o il tennis. I campioni dello sport sono i nuovi dèi. Quando uno di questi
idoli segna un gol o vince una partita, si verificano fenomeni di isterismo
collettivo.
Il denaro
ha una parte importante in questo culto. Al di là delle culture dei vari popoli
e delle loro differenze, tali idoli hanno risonanza a livello mondiale. Le
imprese commerciali li associano alle campagne pubblicitarie per vendere meglio
i propri prodotti. Nella nostra società, le chiese si vuotano e gli stadi si
riempiono. Eppure, quel culto reso agli dèi dello sport non vincola nel tempo i
suoi adepti. Se il rendimento del campione diminuisce, si cambia idolo; il che
corrisponde all’instabilità propria degli uomini d’oggi. Gli idoli passano e
scompaiono con la loro gloria, presto sono dimenticati e sostituiti da altri.
Quello che
Gesù Cristo propone non è un’emozione superficiale ed effimera, ma una pace
profonda e duratura. La fede del credente lo impegna a vivere vicino al suo
Salvatore e ad assomigliargli. Non si tratta neppure dell'ammirazione di un
giorno, ma di una fede solida, duratura, dalle conseguenze eterne.