L'Egitto è stato testimone di avvenimenti straordinari; e non mi riferisco alla sua arte, alle scienze o conquiste, ma ai grandi prodigi che Dio ha accordato a questo popolo.
Leggiamo nella Bibbia: “Gli Egiziani sapranno che io sono il SIGNORE quando avrò steso la mia mano sull'Egitto e avrò fatto uscire i figli d'Israele di mezzo a loro” Esodo 7:5. Come sarebbe stata diversa la storia se, invece di costringere Dio ad esercitare i suoi castighi, gli Egiziani avessero fatto tesoro delle molte testimonianze della sua grazia e della sua potenza.
Giuseppe fu inviato in quel paese come strumento di benedizione e per lungo tempo i discendenti d'Israele vi soggiornarono. Mosè, nel suo tempo, ha compiuto prodigi che hanno sbalordito gli Egiziani e costretto i loro savi ad ammettere che in quelle manifestazioni vi era “il dito di Dio” (Esodo 8:19), ma continuavano ad adorare altri dei.
Ma Faraone e il suo popolo hanno fatto l'inimmaginabile: hanno dimenticato il loro salvatore e angariato il suo popolo. Il rifiuto della grazia porta Dio a stendere la sua mano contro chi è ostinato. Allora l'annuncio delle dieci piaghe e con l'ultima anche questa sentenza: “Colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto...e farò giustizia di tutti gli dei d'Egitto” Esodo 12:1.
Dio mandò delle piaghe per mostrare loro quanto fossero inutili gli dei che essi adoravano.
Le divinità: Ra, Api, Iside, Osiride, il Nilo, le rane, lo scarabeo, e gli altri non potranno fare nulla per soccorrerli perché sono falsi dei creati dall'uomo. L'idolo più terribile degli Egiziani, comunque, si trovava in loro stessi, nel loro ostinazione. Pur possedendo migliaia di dei, e gli Egiziani ne avevano tanti, nel cuore loro c'era ancora posto per un ulteriore idolo: l'orgoglio che è e rimane uno dei più terribili.
“Egli mutò i loro fiumi e i loro ruscelli in sangue, perché non vi potessero più bere” Salmo 78:44. Il Nilo, il fiume sacro che gli egiziani adorando come un dio, li stava avvelenando.
“Mandò contro di loro mosche velenose a divorarli e rane a molestarli” Gli egiziani adoravano anche Belzebub, dio delle mosche ma queste stavano contaminando tutto e le rane erano associate al dio della fertilità e di conseguenza della gioia ma in realtà queste stavano gustando e molestando.
“Diede il loro raccolto ai bruchi e il frutto della loro fatica alle cavallette” Salmo 78:46.
Si facevano continui sacrifici al dio Serapide per evitare che questi insetti venissero ma questi vennero e distrussero, ma nel paese di Goscen, dove abitava il popolo di Dio, tutto questo non avvenne.
Quante “divinità” inutili e inefficaci si crea l'uomo. Eppure le “adora” e le serve con dedizione. Vive sperando che esse gli consentano di prosperare durante la sua vita, ma quando sopraggiungono le difficoltà esse non possono fornire loro nessun aiuto. Sarebbe già un successo se solo si rendesse conto dei benefici che si hanno ad abitare nel paese di Goscen. Il paese del popolo di Dio, dove non dominano le tenebre ma c'è luce e soprattutto, dove si è al riparo dai giudizi di Dio.