Nessun uomo
può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto. Il
riscatto dell’anima sua è troppo alto e il denaro sarà sempre insufficiente.
Non con cose corruttibili, con argento o con oro siete stati riscattati dal vano modo di vivere… ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.
In base alla legislazione in vigore, se siamo dichiarati falliti dal Tribunale dovremo pagare nella misura stabilita dal giudice fallimentare (sovente in minima parte) i vari debiti che ci hanno portato allo stato di insolvenza, rinunciando però a tutti i beni che ci sono rimasti. Avvenuto questo, nessun creditore, neanche quelli che avranno ricevuto di meno, potrà reclamare altri pagamenti da noi. In questo modo siamo liberati definitivamente da quei debiti. Ma per arrivare a questo è necessario appunto che il nostro fallimento sia ufficialmente riconosciuto e dichiarato.
Nei confronti del Dio giusto e santo, ogni essere umano ha un debito da cui non può liberarsi. I figli di Core l’avevano capito, come affermano nel Salmo 49. Contratto fin dalla nascita, questo debito si appesantisce con il passare del tempo, non si cancella neppure alla morte e porta in seguito al giudizio eterno. E non potremo farvi fronte, neanche in minima parte, neanche rinunciando a tutti i nostri "beni", non solo materiali. Ma quello che non può essere ottenuto né dalle nostre presunte ricchezze, né da belle doti morali o dalle migliori opere, Gesù Cristo l’ha realizzato, pagando al nostro posto l’immenso prezzo della redenzione. Lui solo cancella in modo definitivo il nostro debito davanti a Dio.
Se sentiamo il peso di questo debito, se realizziamo il nostro fallimento morale e la nostra incapacità di tirarci fuori da soli da questa situazione disperata, mettiamo la nostra fiducia in Gesù Cristo! Allora potremo beneficiare del perdono di Dio.
Salmo 49:7, 8
Non con cose corruttibili, con argento o con oro siete stati riscattati dal vano modo di vivere… ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.
1 Pietro 1:18-19
In base alla legislazione in vigore, se siamo dichiarati falliti dal Tribunale dovremo pagare nella misura stabilita dal giudice fallimentare (sovente in minima parte) i vari debiti che ci hanno portato allo stato di insolvenza, rinunciando però a tutti i beni che ci sono rimasti. Avvenuto questo, nessun creditore, neanche quelli che avranno ricevuto di meno, potrà reclamare altri pagamenti da noi. In questo modo siamo liberati definitivamente da quei debiti. Ma per arrivare a questo è necessario appunto che il nostro fallimento sia ufficialmente riconosciuto e dichiarato.
Nei confronti del Dio giusto e santo, ogni essere umano ha un debito da cui non può liberarsi. I figli di Core l’avevano capito, come affermano nel Salmo 49. Contratto fin dalla nascita, questo debito si appesantisce con il passare del tempo, non si cancella neppure alla morte e porta in seguito al giudizio eterno. E non potremo farvi fronte, neanche in minima parte, neanche rinunciando a tutti i nostri "beni", non solo materiali. Ma quello che non può essere ottenuto né dalle nostre presunte ricchezze, né da belle doti morali o dalle migliori opere, Gesù Cristo l’ha realizzato, pagando al nostro posto l’immenso prezzo della redenzione. Lui solo cancella in modo definitivo il nostro debito davanti a Dio.
Se sentiamo il peso di questo debito, se realizziamo il nostro fallimento morale e la nostra incapacità di tirarci fuori da soli da questa situazione disperata, mettiamo la nostra fiducia in Gesù Cristo! Allora potremo beneficiare del perdono di Dio.