Tutti hanno
peccato e sono privi della gloria di Dio.
Romani 3:23
Dio comanda agli
uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano.
Atti 17:30
Peccato – Pentimento
Vi sono parole che non amiamo sentire,
parole che ci fanno tremare o che, comunque, ci mettono a disagio. Ad esempio
le parole peccato, giudizio, pentimento. Perché vorremmo bandirle dal nostro
vocabolario? Semplicemente perché pongono ognuno di noi davanti alla propria
responsabilità, di fronte a Dio.
Che cos’è il peccato? È un principio di
disubbidienza a Dio, è la volontà dell’uomo che s’oppone a quella di Dio.
Questo principio che si trova in ognuno di noi porta i suoi frutti; sono le
azioni, le parole o i pensieri contrari a quello che Dio vuole. Possono
sembrarci più o meno gravi, andare dal furto all’omicidio, dall'impurità
all’adulterio, ma sono tutti odiosi agli occhi di Dio. Il peccato è entrato nel
mondo con un semplice atto di disubbidienza e, col peccato, è entrata la morte.
Così ogni uomo è contrassegnato da questo principio di male.
Di fronte a tale constatazione, che fare?
Pentirsi. “Dio comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano”
(Atti 17:30). È la sua bontà che ci spinge a questo (Romani 2:4). In senso
biblico, pentirsi corrisponde a cambiare
pensiero su se stessi; è accettare il verdetto di Dio che ci dichiara
peccatori e perduti. Ma è anche riconoscere la bontà di Dio “il quale vuole che
tutti gli uomini siano salvati” (1 Timoteo 2:4). E allora gridiamo: “Che debbo
fare per essere salvato?” Per tutti quelli che riconoscono la loro colpevolezza
davanti a Dio c'è la risposta: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti
16:30-31).