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lunedì 8 dicembre 2014

8 dicembre

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.
Romani 3:23

Dio comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano.
Atti 17:30

Peccato – Pentimento

Vi sono parole che non amiamo sentire, parole che ci fanno tremare o che, comunque, ci mettono a disagio. Ad esempio le parole peccato, giudizio, pentimento. Perché vorremmo bandirle dal nostro vocabolario? Semplicemente perché pongono ognuno di noi davanti alla propria responsabilità, di fronte a Dio.
Che cos’è il peccato? È un principio di disubbidienza a Dio, è la volontà dell’uomo che s’oppone a quella di Dio. Questo principio che si trova in ognuno di noi porta i suoi frutti; sono le azioni, le parole o i pensieri contrari a quello che Dio vuole. Possono sembrarci più o meno gravi, andare dal furto all’omicidio, dall'impurità all’adulterio, ma sono tutti odiosi agli occhi di Dio. Il peccato è entrato nel mondo con un semplice atto di disubbidienza e, col peccato, è entrata la morte. Così ogni uomo è contrassegnato da questo principio di male.

Di fronte a tale constatazione, che fare? Pentirsi. “Dio comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano” (Atti 17:30). È la sua bontà che ci spinge a questo (Romani 2:4). In senso biblico, pentirsi corrisponde a cambiare pensiero su se stessi; è accettare il verdetto di Dio che ci dichiara peccatori e perduti. Ma è anche riconoscere la bontà di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Timoteo 2:4). E allora gridiamo: “Che debbo fare per essere salvato?” Per tutti quelli che riconoscono la loro colpevolezza davanti a Dio c'è la risposta: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:30-31).