Quando Dio parla, l'uomo non deve mettere
completamente da parte la propria intelligenza, come qualcuno potrebbe pensare.
Dio non dice mai delle cose che l'uomo possa definire "assurde". Non
c'è nessun insulto all'intelligenza nella rivelazione di Dio, niente che
contrasti con la logica e il buon senso. "Le parole della mia bocca sono
tutte rette per l'uomo intelligente" (Prov. 8:8-9).
Non voglio con questo dire che l'uomo, se
volesse, riuscirebbe a comprendere le cose di Dio; perché è scritto che
"il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza" (1 Cor.
1:21). Senza la fede e l'opera dello
Spirito Santo le cose di Dio restano
inspiegabili e incomprensibili, poiché la sapienza di Dio è "misteriosa e
nascosta" (1 Cor. 2:7); ma nessuna persona onesta potrà trovare mai delle
assurdità nelle Sue sante parole. "Non c'è saggezza, non intelligenza...
che valga contro il Signore" (Prov. 21:30).
Assurda e illogica è l'idolatria, sotto tutte
le sue forme, anche quella, a volte mascherata, del nostro mondo materialista;
eppure pochi se ne rendono conto poiché la loro intelligenza è
"ottenebrata" a motivo dell'indurimento
del loro cuore" (Ef. 4:18).
Se il "contestatore di questo
secolo" ritiene pazzia la predicazione della croce è solo perché rifiuta
deliberatamente di riconoscersi peccatore e si pone con orgoglio sullo stesso
piano di Dio. Ma il fatto che Dio sia intervenuto per salvare l'uomo mandando
il proprio Figlio a morire per i peccatori, non può essere ritenuto una cosa
"assurda" nemmeno per la logica umana. Che un innocente accetti di
subire la condanna al posto di un colpevole non è né illogico né irrazionale.
E' un atto grandissimo di amore che chiunque può comprendere e apprezzare. Vi
sono molte persone colte e intelligenti che, pur non avendo accettato il
Signore come loro Salvatore, sono affascinate dall'opera di Cristo e, in
genere, da tutta la rivelazione di Dio. Non per questo, però, saranno salvati
poiché, come sappiamo, la sola adesione intellettuale alle cose di Dio senza la
fede e senza che il cuore sia toccato non serve per ottenere la salvezza.
Questo è tanto più vero per noi credenti che
siamo "rinnovati nello spirito
della nostra mente" (Ef. 4:23). Se realizziamo nella pratica questo
"rinnovamento" (Rom. 12:2) non ci conformeremo al mondo e offriremo i
nostri corpi a Dio in sacrificio vivente. Questo ci permetterà di
"conoscere per esperienza quale sia la volontà di Dio" e scoprire che
essa è "buona, gradita e perfetta", e che non contrasta per niente
contro la logica e l'intelligenza. Tutto quello che faremo e diremo seguendo la
volontà del Signore non andrà mai contro il buon senso comune, né contro il
buon gusto, né contro le norme più elementari del discernimento e della discrezione.
"Fratelli,
non siate bambini quanto al ragionare; siate pur bambini quanto a malizia, ma
quanto al ragionare siate uomini compiuti" (1 Cor. 14:20). "Io parlo
come a persone intelligenti; - scrive Paolo ai Corinzi - giudicate voi su
quello che dico" (10:15).
In questi
ultimi decenni Satana ha sfoderato un'arma molto efficace, quella delle
emozioni, perché sa bene che la sua influenza sull'essere umano, e quindi anche
sul credente, è tanto più forte quando più questi si lascia trasportare da
stimoli emotivi. Perdendo il freno e il controllo dell'intelligenza e del
ragionamento si perde anche la direzione dello Spirito Santo per discernere il
bene dal male, l'opera di Dio da quella del nemico. Paolo dice che Dio "ci
ha dato uno Spirito di forza, d'amore e di autocontrollo (oppure: di sobrio
buon senso)" (2 Tim. 1:7).
Ho conosciuto dei credenti che perdendo il
controllo su se stessi sono stati talmente sopraffatti dalle emozioni da
arrivare a un vero e proprio stato di "trans". Questa situazione
psichica può sopraggiungere inaspettatamente, specialmente in persone con un
temperamento "emotivo", o può essere ottenuta con particolari metodi,
ben noti in altre culture, quali il ripetere per molto tempo una stessa frase,
il cantare ripetutamente una stessa melodia, oppure con l'eccitazione
collettiva. Ma la Parola di Dio non prevede queste cose e Dio non le può
approvare.
In questo stato di trans, che nel campo
religioso viene definito dagli studiosi "estasi mistica" o
"trans estatico", la persona cade a terra, balbetta cose
incomprensibili, oppure grida e si agita. I fenomeni dell'estasi mistica sono,
sotto molti aspetti, simili a quelli conseguenti all'assunzione di droghe per
quel senso di "beatitudine" che provocano, dovuto al momentaneo distacco
della mente dalle cose reali e concrete della vita. Ma Dio non ha nulla a che
fare con queste cose. La storia ci riferisce che fin dai tempi antichi questo
fenomeno era ricercato e praticato in tutte le religioni pagane.
I credenti,
con l'intelligenza rinnovata dallo Spirito Santo, non devono cadere in questo
tranello del nemico. Le nostre emozioni vanno tenute a freno e controllate.
Persino quando si trattava di parlare lingue straniere (il dono delle lingue) o
di cantare dei cantici, l'apostolo Paolo insegnava un totale controllo
dell'intelligenza: "Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con
l'intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con
l'intelligenza" (1 Cor. 14:14-15). E Paolo aggiunge: "Nella chiesa
preferisco dire cinque parole intelligibili (lett. con la mia intelligenza) per
istruire anche gli altri".
In questi
ultimi tempi, in mezzo a una cristianità in crisi, in preda alla più grande
confusione, abbiamo tutti bisogno di molto discernimento per identificare le
opere del nemico che con molta astuzia, mascherato da angelo di luce, esercita
la sua influenza nefasta e distruttrice.
Un cristianesimo intellettuale, freddo,
formalista, senza un minimo di sentimento, non è certo quello che il Signore
vuole. Ma è altrettanto pericoloso un cristianesimo fatto solo di emozioni e di
trasporto, e che non ha, come fondamento, una buona conoscenza della Parola del
Signore e dei suoi insegnamenti. Già Salomone scriveva: "Lo zelo senza
conoscenza non è cosa buona" (Prov. 19:2).
Intelligenza e cuore vanno sempre insieme;
intelligenza rischiarata dallo Spirito e cuore sensibile all'amore del Signore.
Una buona conoscenza della Parola unita al calore e all'entusiasmo è un binomio
imprescindibile per essere credibili quando parliamo agli altri della nostra
gioia in Cristo, e per provare al Signore che tutto il nostro essere,
raziocinio e sentimenti, è coinvolto per Lui.
di A. Apicella