“Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio” Romani 7:14-15.
All'inizio della nostra carriera cristiana siamo preoccupati delle nostre azioni e non della nostra natura; siamo rattristati più da quello che abbiamo commesso che non da quello che siamo. Immaginiamo che se potessimo solo riparare a certe azioni potremmo essere dei buoni cristiani e ci sforziamo quindi di cambiare il nostro modo d'agire. Ma il risultato non è quello che speravamo. Ci accorgiamo con scoraggiamento che il male non proviene solo dalle difficoltà esteriori, ma che c'è, in effetti, una causa più grave nell'interiore. Noi desideriamo piacere al Signore, ma troviamo in noi qualche cosa che non desidera piacergli. Cerchiamo di essere umili, ma c'è qualcosa nella nostra natura che rifiuta l'umiltà. Sorridiamo e cerchiamo di apparire gentili, ma intimamente sentiamo di essere lontani dalla vera bontà. Più cerchiamo di correggere i nostri atti esteriori, più ci accorgiamo quanto profonde siano le radici del male.
Dobbiamo far crescere il nostro “essere nuovo”. Come? Alimentandolo con la Parola di Dio e con un servizio per Lui.
I due discepoli sulla via di Emmaus (Luca 24) si stavano allontanando da Gerusalemme, i loro cuori erano afflitti. Il Signore resuscitato, si accostò iniziando a camminare a loro fianco, ma “I loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano” ver. 16. E il Signore, con pazienza, “Cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano” ver. 27. Quando la Parola di Dio opera in noi i nostri cuori ardono. “Ed essi dissero l'uno all'altro: Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?” ver. 24.
Ora la gioia li pervade! Hanno le sue parole e la sua persona. Non possono serbare questa gioia per se stessi, bisogna che ne rendano partecipi gli altri. Si alzano e ritornano a Gerusalemme. Nulla li può trattenere: ne la notte, ne la stanchezza, ne gli affari. Ecco qui un esempio per noi affinché anche i nostri cuori possano ardere. Camminare vicino al Signore, ascoltare la Sua voce e compiere un servizio utile per gli altri. Ciò che abbiamo appreso di Lui non possiamo tenerlo solo per noi stessi; il cuore, ora felice, ha bisogno di comunicarlo.