Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Giovanni 3:36
Io ti lodo, SIGNORE! Infatti, dopo esserti
adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato.
Isaia 12:1
I tumulti di Antiochia
Nel 387, nella città di Antiochia (oggi
Antakya, Turchia) scoppiò la rivolta. Per quale motivo? Una nuova tassa. Gli
abitanti, furiosi, distrussero le statue del loro imperatore Teodosio e di sua
moglie Flaccilla. Calmati i tumulti, i rivoltosi attendevano il castigo che
l’imperatore avrebbe inflitto loro. Per evitare un bagno di sangue era
necessario implorare la sua grazia e il vescovo Flaviano fece, a tale proposito,
un lungo viaggio per incontrare Teodosio. Nel frattempo, un altro vescovo,
Giovanni Crisostomo, incoraggiò il popolo di Antiochia a contare sulla
misericordia di Dio, ma fece anche comprendere la gravità delle azioni
commesse. Il popolo si pentì.
Quando Flaviano incontrò l’imperatore,
trovò un uomo profondamente ferito e amareggiato, molto irritato soprattutto
per la distruzione della statua di Flaccilla, la sua amata moglie deceduta da
poco e stimata da tutti per la sua pietà e la sua bontà.
Flaviano incoraggiò Teodosio ad “imitare
l’amore di Dio che, pur oltraggiato dalle Sue creature, apre il cielo ai
peccatori pentiti”. Teodosio si lasciò piegare e disse: “Potremmo noi rifiutare
il perdono a uomini simili a noi, dopo che il Maestro del mondo (Gesù Cristo) ha chiesto la grazia a suo
Padre per gli autori del Suo supplizio sulla croce dopo che erano stati colmati
di benefici?”
Imperdonabili: tali eravamo tutti noi, noi che abbiamo
offeso Dio con il peccato. Perdonati:
così sono tutti coloro che hanno creduto che Gesù Cristo ha pagato per loro.
“Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce…
affinché vivessimo” (1 Pietro 2:24). “Il sangue di Gesù ci purifica da ogni
peccato” (1 Giovanni 1:7).