“I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo” Giona 3:5.
L'araldo del cielo è dunque entrato a Ninive e le ha solennemente dichiarato guerra da parte di Dio. La sua voce è risuonata in tutte le piazze della città come lo squillo di una tromba. “Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!” (ver.2). La sentenza è pronunciata, il giorno dell'esecuzione fissato; tutti i Niniviti colti da terrore, credono a quelle parole e si pentono. I Niniviti credettero Dio, videro nel messaggio dello straniero, il Suo intervento diretto, riconobbero il Suo dito. Chi altri, se non l'Iddio vivente avrebbe osato denunciare in termini simili, un giudizio così grande sulla loro città e fissarne il momento con tanta precisione? Ci sarebbero forse riusciti Nebo, Bel o tutte le divinità dei Niniviti? No! Solo l'Iddio Altissimo avrebbe potuto emettere una sentenza simile.
Come resistere quando è Dio, l'Eterno a pronunciare la sentenza e dove fuggire quando è Lui che ti insegue? “I monti tremano davanti a lui, si sciolgono i colli; alla sua presenza si solleva la terra e il mondo con tutti i suoi abitanti. Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare l'ardore della sua ira?” Nahum 1:5-6. Non ha che da dire una parola e in un batter d'occhio la grande Ninive non sarà più. A che serve ora la sua grande gloria, tutte le sue ricchezze e che farebbero per lei i suoi idoli? Ad un tratto la grande metropoli dell'Assiria dinanzi a cui s'inchinava il mondo intero trema. Gli abitanti di Ninive proclamarono un digiuno sì, ma senza un “digiuno interiore” di cuore, le privazioni esterne non hanno nessun valore.
Sono forse io un Ninivita che Dio ha esortato a pentirsi? E' forse il mio cuore migliore del loro? Dio ha emesso la sua sentenza, ne ha fissato la data. Mi ha concesso del tempo perché mi ravveda e lo faccia di cuore.
“Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d'animo! Siate afflitti, fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristezza! Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v'innalzerà” Giacomo 4:8-10.