Questa generazione è stranamente taciturna riguardo al peccato. I talk-show non si occupano certo delle pecche dell'umanità. Certi professionisti della salute mentale irridono al nostro bisogno di ottenere il perdono divino.
Che strano, eppure la storia dell'uomo parla chiaro. Guerre e genocidi hanno mietuto oltre duecento milioni di anime in appena cento anni.
La barbarie è evidentemente viva e vegeta sul pianeta terra. Negare il nostro peccato?
Sarebbe più facile per Quasimodo negare la sua gobba. Il problema del peccato è universale.
Come reagiamo all'empietà del nostro cuore? Può un bravo cardiologo diagnosticare un'aritmia e far finta di nulla? Può Dio soprassedere ai nostri peccati, considerandoli degli errori di poco conto? No. Egli è l'unico giudice. Egli emana decreti, non opinioni, comandamenti, non suggerimenti. Sono verità. Violali pure ma lo farai ad un costo elevatissimo.
Forse voi dite: "Invidio la vostra fede; io non riesco a credere". Ma sapete realmente cos'è la fede?
Credete forse che sia ingenuità, credulità, un'abdicazione della ragione o una specie di salto nel vuoto, con gli occhi chiusi? Una stampella sulla quale ci si appoggia quando si fa fatica ad andare avanti? Un ombrello che si apre per ripararsi dai rovesci o dalle tempeste improvvise della vita? O forse un tranquillante, una specie di droga (come qualcuno che ha definito la religione "l'oppio del popolo") che ci fa da schermo contro la paura della morte?
No!
La fede è una fiducia assoluta nel Dio della Bibbia, l'unico vero Dio, che ha voluto parlare all'uomo mediante le Sacre Scritture e rivelarsi in Gesù Cristo, un Dio che ama, che ha dimostrato il suo amore col dono di ciò che aveva di più prezioso: il suo Figlio diletto. Egli ha offerto la propria vita per chi mette tutta la fiducia in lui.
La fede non è un'adesione ad un modo di pensare, è un attaccamento con tutto il proprio essere al Dio che ha dato tante prove della sua bontà, del suo amore e della sua potenza.
