Nella Genesi vediamo Dio che chiama individualmente Abramo a lasciare il luogo dove vive per diventare straniero e pellegrino, nell'attesa di una “patria migliore”. Così è per il credente oggi, chiamato dal Signore Gesù fuori dal mondo e diventato “straniero e pellegrino” in marcia verso il cielo (Ebrei 11:13-16).
Nell'Esodo Dio ci mostra che non chiama gli uomini solo “individualmente”, ma desidera avere “un popolo” sulla terra. Questo popolo egli l'ha prima liberato dalla potenza del nemico (Faraone), poi l'ha riscattato dal giudizio grazie al sangue dell'agnello (Pasqua, Esodo 12), infine l'ha separato dal mondo (Egitto) con il mar Rosso, conducendolo nel deserto.
Dio non ha ancora una dimora fissa, seguirà il popolo sotto una tenda, la tenda dell’alleanza e per sette capitoli Dio ci parlerà del Tabernacolo. Questo per farci capire quanto sia importante l'attenzione che dobbiamo avere nel “costruire” secondo il Suo disegno. Tutti gli arredi che lo compongono, verranno eseguiti con cura, secondo indicazioni precise, utilizzando quattordici materiali messi a disposizione degli israeliti: oro, incenso, bronzo, pietre preziose e tessuti pregiati. Tutti secondo quel piano divino in quantità ben precise, non di più né di meno. Ogni cosa, ogni singolo materiale o colore non fa altro che parlarci di Cristo e delle sue perfezioni. Solo grazie a questo Dio può abitare in mezzo ai suoi.
Anche oggi Dio abita in mezzo ai suoi riscattati, che formano un tutto unico: la casa di Dio fatta di pietre viventi, fondata sulla Roccia e ognuno di noi è chiamato ad essere imitatore di Cristo, a “costruire” questa casa secondo i Suoi disegni e la Sua volontà.