Egli (il figlio ribelle) dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.
Luca 15:20
Il ritorno del figlio ribelle
Gesù raccontò questa parabola: “Un uomo
aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: «Padre, dammi la parte
dei beni che mi spetta». Ed egli divise fra loro i beni. Dopo non molti giorni,
il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e vi
sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel
paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora
si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi
a pascolare i maiali. Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i
maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: «…
Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il
cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio…» Egli
dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo
padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.”
(Luca 15:11-20).
Ancor prima che ci venga il pensiero di
volgerci a Dio, Lui ci sta aspettando, pronto ad accoglierci a braccia aperte.
Mentre andiamo a Lui confessando con sincerità i nostri peccati, il Suo cuore è
ricolmo di compassione. Meritiamo forse una tale accoglienza? Certamente no, ma
questa è l’immensa grazia di Dio
riguardo al peccatore che si pente. Egli desidera far conoscere il proprio
amore a questa povera umanità rovinata dal peccato e dalle sue conseguenze.
“Io, io sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e
non mi ricorderò più dei tuoi peccati”
(Isaia 43:25). Guai a chi lo respinge!