Vediamo ora l’impegno e la destinazione delle ceneri: «Chi avrà toccato il cadavere di una persona umana sarà impuro sette giorni. Quando uno si sarà purificato con quell’acqua il terzo e il settimo giorno, sarà puro; ma se non si purifica il terzo e il settimo giorno, non sarà puro. Chiunque tocchi un morto, cioè il corpo di una persona umana che sia morta, e non si purifica, contamina la dimora dell’Eterno; e quel tale sarà tolto via da Israele. Siccome l’acqua di purificazione non è stata spruzzata su di lui, egli è impuro; ha ancora addosso la sua impurità» (vers. 11-13).
È una cosa ben seria l’aver da
fare con Dio — camminare con Lui giornalmente, in mezzo ad un mondo corrotto e
corruttore. Dio non può tollerare alcuna impurità in coloro coi quali si degna
camminare e nei quali abita. Egli può perdonare e togliere i peccati; può
guarire, purificare e restaurare, ma non può tollerare nel suo popolo, un male
che non sia giudicato. Se lo facesse, sarebbe rinnegare il suo nome e la sua
natura stessa. Questa verità è ad un tempo profondamente solenne e benedetta. È
la nostra gioia aver da fare con Colui la cui presenza reclama e assicura la
santità. Noi attraversiamo un mondo, in cui siamo circondati da influenze
corruttrici. La vera contaminazione non si contrae, ora, toccando «un morto,
o delle ossa umane, o un sepolcro». Queste cose erano, come lo sappiamo,
dei tipi di cose morali e spirituali con cui siamo in pericolo d’essere in
contatto ad ogni momento.
Non dubitiamo affatto che coloro
i quali han molto da fare con le cose di questo mondo, risentano penosamente la
grande difficoltà di uscirne con mani pure. Per questo occorre una santa
vigilanza in tutte le nostre abitudini e nelle nostre relazioni, per tema di
contrarre delle contaminazioni che interromperebbero la nostra comunione con
Dio. Egli vuole averci in uno stato degno di Lui: «Siate santi, perché io
sono santo».
Ma il lettore serio la cui anima
aspira alla santità può chiedersi: Che dobbiamo dunque fare, se è vero che
siamo circondati da ogni lato da influenze corruttrici, e se siamo talmente
inclini a contrarre questa contaminazione? Inoltre, se è impossibile aver
comunione con Dio, quando le nostre mani sono impure e la nostra coscienza ci
condanna, che dobbiamo fare? Rispondiamo: Innanzi tutto, siate vigilanti.
Contate molto e seriamente su Dio. Egli è fedele e misericordioso — un Dio che
ascolta la preghiera e l’esaudisce — un Dio liberale e che non fa rimproveri. «Egli
ci accorda una grazia maggiore». Questo è positivamente una carta in bianco
su cui la fede può scrivere la somma che desidera. Il desiderio reale
dell’anima vostra è forse quello di avanzare nella vita divina, di crescere
nella santità personale? Allora badate di non camminare, neppure un’ora sola,
in contatto con ciò che contamina le vostre mani, ferisce la vostra coscienza,
contrista lo Spirito Santo e distrugge la vostra comunione. Siate energici.
Abbiate un cuore diritto. Rinunciate immediatamente ad ogni cosa impura;
checché ve ne costi, rinunciatevi; qualunque perdita trascini con sé,
abbandonatela. Nessun interesse mondano, nessun vantaggio terrestre può
compensare la perdita d’una coscienza pura, d’un cuore tranquillo e del
godimento della luce della faccia del nostro Padre. Siete convinti di ciò? Se
lo siete, applicatevi a realizzare la vostra convinzione.