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sabato 3 settembre 2016

3 Settembre

Ciò che Dio aveva preannunziato, per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera. Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati.

Atti 3:18-19

Il pentimento


Questa parola tende a scomparire dal linguaggio religioso moderno, eppure è frequente nella Parola di Dio. Infatti pentirsi è, per ognuno, il punto di partenza per entrare in relazione con Dio. Era la sostanza della predicazione di Giovanni Battista, poi del Signore Gesù stesso e, in seguito, dei suoi apostoli (Marco 1:4, 15; Luca 24:47).
Il pentimento (o ravvedimento) è un’opera di Dio nell’anima. È un cambiamento di pensiero, verso noi stessi e verso Dio. L’uomo acquista coscienza, da un lato di essere un peccatore, dall’altro che Dio non vuole la condanna del peccatore, ma la sua conversione e la sua vita.
Il pentimento non è un semplice cambiamento di comportamento, che potrebbe essere solo esteriore. È il ritorno completo e deciso a Dio. Abbiamo letto che l’apostolo Pietro rivolgeva questo invito: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati”.
Chi deve pentirsi? Ogni uomo, perché Dio… comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano” (Atti 17:30). “La bontà di Dio ti spinge al ravvedimento” (Romani 2:4).

“Ravvedetevi… Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento” (Matteo 3:2, 8). Produrre questo frutto è riconoscere con rettitudine la propria condizione di peccatore, è credere al Vangelo e avere, d’ora innanzi, un comportamento animato da Dio stesso.