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venerdì 9 settembre 2016

9 Settembre

Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché, con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi.

Luca 6:38


In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio.
Giovanni 3:3


La felicità: possesso o condivisione?


Per tutto il 20° secolo, gli uomini hanno pensato che il miglioramento delle condizioni di vita avrebbe reso la gente più felice e meglio disposta alla fratellanza. Oggi si è costretti a constatare che l’agiatezza non è sufficiente; la fame e la sete di giustizia, di cui parla Gesù, non possono essere saziate. Nonostante i loro sforzi, gli uomini sono incapaci di fare un’equa spartizione dei mezzi di sussistenza. I poveri sono sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi.
La Bibbia ci insegna che la felicità non consiste nell’inseguire le ricchezze materiali, ma nel vivere in buone relazioni con Dio e con i nostri simili. Sono queste relazioni che danno alla vita il suo vero senso. Esse non sono determinate dal possesso, ma dalla condivisione e dal dono. Per mezzo della “nuova nascita” entriamo in un campo nuovo, quello dell’amore di Dio. Vi siamo stati introdotti grazie al dono più straordinario fattoci da Dio: il proprio Figlio, e da quello che il Figlio ci ha dato: la sua stessa vita, per cancellare le nostre colpe. È un dono di carattere universale, eppure riguarda ognuno di noi in modo molto personale.

In risposta, ciascuno può donarsi a Dio. Allora si ristabilisce un rapporto vero e felice con lui, che si è fatto conoscere non come colui che esige, ma come colui che dona e al quale, da quel momento, il credente si dà. Le nostre relazioni con i nostri simili, se si sviluppano sullo stesso principio, si arricchiscono a loro volta; avremo così un desiderio sempre più vivo di scoprire i bisogni degli altri e di soddisfarli, senza aspettarci nulla in cambio.