Daniele prese in cuor suo la decisione di
non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva; e chiese al
capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi.
Daniele 1:8
Non
contaminarsi
Leggere Daniele 1
Daniele, con altri tre giovani Ebrei, era
stato deportato a Babilonia al tempo in cui il re Nabucodonosor aveva
conquistato Gerusalemme. Nonostante la loro condizione di deportati, Dio li
benedisse e permise che la loro intelligenza, la loro saggezza e il loro
comportamento li distinguessero dagli altri. Fu così che vennero selezionati
per trascorrere un periodo (tre anni) durante il quale avrebbero perfezionato
la loro cultura per essere ammessi al servizio del re.
A giudizio umano, era un’occasione
eccezionale; i quattro amici avrebbero potuto finalmente vivere una vita sfarzosa,
invece decisero con fermezza di non contaminarsi partecipando alle feste e ai
banchetti reali, ma di mangiare solo legumi e bere solo acqua. Dopo un periodo
di prova durato dieci giorni, il responsabile della loro formazione constatò
che Daniele e i suoi tre amici non solo erano in ottima salute, ma avevano
anche un’aspetto decisamente migliore rispetto a tutti gli altri giovani. Così
poterono continuare la loro preparazione senza mescolarsi con gli altri e rimanere puri. In seguito Dio li
ricompenserà abbondantemente per la loro fede e per averlo onorato con il loro
comportamento.
Il mondo in cui viviamo è corrotto come
quello dell’epoca di Daniele, e il credente, vecchio o giovane che sia, se non
vigila rischia di contaminarsi; ma Dio è sempre lo stesso, e si compiacerà di
benedirci se il nostro cuore sarà impegnato a vivere “irreprensibili e integri,
figli di Dio senza biasimo in mezzo a
una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel
mondo” (Filippesi 2:15).