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giovedì 10 novembre 2016

10 Novembre

Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi.
Daniele 1:8

Non contaminarsi
Leggere Daniele 1

Daniele, con altri tre giovani Ebrei, era stato deportato a Babilonia al tempo in cui il re Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme. Nonostante la loro condizione di deportati, Dio li benedisse e permise che la loro intelligenza, la loro saggezza e il loro comportamento li distinguessero dagli altri. Fu così che vennero selezionati per trascorrere un periodo (tre anni) durante il quale avrebbero perfezionato la loro cultura per essere ammessi al servizio del re.
A giudizio umano, era un’occasione eccezionale; i quattro amici avrebbero potuto finalmente vivere una vita sfarzosa, invece decisero con fermezza di non contaminarsi partecipando alle feste e ai banchetti reali, ma di mangiare solo legumi e bere solo acqua. Dopo un periodo di prova durato dieci giorni, il responsabile della loro formazione constatò che Daniele e i suoi tre amici non solo erano in ottima salute, ma avevano anche un’aspetto decisamente migliore rispetto a tutti gli altri giovani. Così poterono continuare la loro preparazione senza mescolarsi con gli altri e rimanere puri. In seguito Dio li ricompenserà abbondantemente per la loro fede e per averlo onorato con il loro comportamento.

Il mondo in cui viviamo è corrotto come quello dell’epoca di Daniele, e il credente, vecchio o giovane che sia, se non vigila rischia di contaminarsi; ma Dio è sempre lo stesso, e si compiacerà di benedirci se il nostro cuore sarà impegnato a vivere “irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo” (Filippesi 2:15).