Vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per
servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo.
1 Tessalonicesi
1:9-10
“Ecco, sto per venire… Sì, vengo presto!”
“Amen! Vieni, Signore Gesù!”
Apocalisse 22:7,
20
Il rapimento dei credenti
Annunciando ai discepoli la sua partenza
imminente verso la “casa del Padre”, Gesù aggiunse: “Tornerò e vi accoglierò
presso di me” (Giovanni 14:3). Nei secoli, questa verità è andata dimenticata,
forse perché sembrava impossibile che Gesù potesse risuscitare dei corpi
ridotti in polvere, o che potesse dare ai viventi dei corpi gloriosi. Ma chi
siamo noi per limitare la potenza di Dio? Colui che dal nulla ha creato
l’universo, non può al suo ritorno portare in cielo dei corpi risuscitati o
trasformati?
Il rapimento
del patriarca Enoc (Genesi 5:24) è la prima testimonianza di questo grande
mistero; nessun evento aveva preannunciato la data in cui sarebbe stato preso
da Dio, nulla di particolare aveva preceduto quel momento. Enoc fu cercato,
così come, molti secoli dopo, il profeta Elia anch’egli rapito in cielo venne
cercato dai suoi discepoli, ma né l’uno né l’altro furono mai trovati (Ebrei
11:5; 2 Re 2:17).
Il
ritorno del Signore è molto vicino.
Non dobbiamo attendere chissà quale segno premonitore, e nemmeno preoccuparci
di come avverrà; ci basta sapere che, come è scritto nella Parola di Dio, “il
Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio,
scenderà dal cielo, e prima
risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti,
verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore
nell'aria; e così saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:16-17).