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mercoledì 30 novembre 2016

30 Novembre

(Gesù) Gridò ad alta voce: ”Lazzaro, vieni fuori!” Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.
Giovanni 11:43-44

Di fronte alla morte

Negli Evangeli troviamo tre episodi in cui Gesù risuscita un morto:
- Iairo, uno dei capi della sinagoga, chiede a Gesù di recarsi a casa sua per salvare la figlia morente. Prima che il Signore giunga alla casa, il padre viene informato che era troppo tardi: sua figlia nel frattempo era morta. Gesù subito si rivolge al padre con parole rassicuranti: “Non temere; solo abbi fede, e sarà salva” (Luca 8:50); poi va dalla fanciulla e la riporta in vita.
- Un’altra volta, accompagnato dai discepoli e seguito da una folla numerosa, Gesù incontra un corteo funebre: si trattava di una vedova che portava al cimitero il corpo del suo unico figlio. Gesù, sensibile al dolore di quella donna, “vedutala, ebbe pietà di lei e le disse: Non piangere!” (Luca 7:13); poi risuscita il ragazzo, gli ordina di alzarsi, e lo restituisce a sua madre.
- Marta e Maria fanno sapere a Gesù che Lazzaro, loro fratello, è ammalato: “Signore, ecco, colui che tu ami è malato” (Giovanni 11:3). Gesù lascia passare due giorni prima di recarsi da loro, e quando raggiunge le due sorelle, Lazzaro era già stato posto in un sepolcro. La simpatia e l’amore che provava di fronte alla sofferenza umana si esprime in due parole: “Gesù pianse” (Giovanni 11:35); poi chiamò Lazzaro, che subito uscì dal sepolcro.

Ancora oggi, mentre il Signore Gesù è nel cielo, sentiamo la sua partecipazione al nostro dolore, anche nelle situazioni più tragiche. Gesù ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25).