Vedendo le folle, (Gesù) ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come
pecore che non hanno pastore.
Matteo 9:36
Il Signore è pieno di compassione e
misericordioso.
Giacomo 5:11
Gesù pieno di compassione
Quando ci troviamo vicino a qualcuno che
soffre, siamo spesso disorientati e incapaci di comprendere realmente la sua
angoscia. Simpatizzare significa soffrire insieme a chi soffre, piangere con
chi piange, sentire profondamente la sua pena ed il suo dolore.
Uno solo è stato capace di avvicinarsi
sempre agli afflitti con un cuore pieno di compassione, di amare veramente
senza pregiudizi: è Gesù, che, “vedendo le folle, ne ebbe compassione”. “Egli
ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie” (Matteo 8:17).
Egli condivideva le sofferenze umane, non si stancava mai di fare del bene e di
guarire coloro che erano sofferenti. Se ha pianto davanti alla tomba del suo
amico Lazzaro, prima di risuscitarlo, è perché partecipava alla tristezza che
assale l’uomo di fronte alla morte.
Ma il Signore Gesù è venuto anzitutto per
liberare l’umanità dalla schiavitù del
peccato. È andato di luogo in luogo facendo il bene, mostrando quanto fosse
pieno di compassione per la sua creatura stanca e travagliata; col suo cuore
puro e sensibile, di fronte alle conseguenze del peccato nell’umanità, ha
portato la grazia e la salvezza.
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in
eterno” (Ebrei 13:8). Anche se oggi non è più presente fisicamente sulla terra,
desidera sempre prendersi cura di chi passa per la prova; prima di tutto per dare la pace nel cuore, poi per consolare, sostenere, incoraggiare.
“Le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina”
(Lamentazioni 3:22-23).