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domenica 27 novembre 2016

27 Novembre

Vedendo le folle, (Gesù) ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.
Matteo 9:36

Il Signore è pieno di compassione e misericordioso.
Giacomo 5:11

Gesù pieno di compassione

Quando ci troviamo vicino a qualcuno che soffre, siamo spesso disorientati e incapaci di comprendere realmente la sua angoscia. Simpatizzare significa soffrire insieme a chi soffre, piangere con chi piange, sentire profondamente la sua pena ed il suo dolore.
Uno solo è stato capace di avvicinarsi sempre agli afflitti con un cuore pieno di compassione, di amare veramente senza pregiudizi: è Gesù, che, “vedendo le folle, ne ebbe compassione”. “Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie” (Matteo 8:17). Egli condivideva le sofferenze umane, non si stancava mai di fare del bene e di guarire coloro che erano sofferenti. Se ha pianto davanti alla tomba del suo amico Lazzaro, prima di risuscitarlo, è perché partecipava alla tristezza che assale l’uomo di fronte alla morte.
Ma il Signore Gesù è venuto anzitutto per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato. È andato di luogo in luogo facendo il bene, mostrando quanto fosse pieno di compassione per la sua creatura stanca e travagliata; col suo cuore puro e sensibile, di fronte alle conseguenze del peccato nell’umanità, ha portato la grazia e la salvezza.
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8). Anche se oggi non è più presente fisicamente sulla terra, desidera sempre prendersi cura di chi passa per la prova; prima di tutto per dare la pace nel cuore, poi per consolare, sostenere, incoraggiare. “Le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina” (Lamentazioni 3:22-23).