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mercoledì 29 giugno 2022

29 giugno - I miracoli e la fede

Affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati, “Io ti dico”, disse all’uomo paralizzato, “alzati, prendi il tuo lettuccio, e va’ a casa tua”. E subito egli si alzò in loro presenza, prese ciò su cui giaceva e se ne andò a casa sua, glorificando Dio.

Luca 5:24-25

 

I miracoli e la fede

 

La vita di Gesù è associata nei nostri pensieri ai numerosi miracoli da Lui compiuti, e di cui solo una parte è riportata nei Vangeli. La loro dimensione soprannaturale ha impressionato profondamente chi ne è stato testimone; alcune persone andavano da Lui addirittura aspettandosi e richiedendo dei prodigi (Matteo 12:38). Ma Gesù non è mai stato ingannato dalle motivazioni spesso insidiose di coloro che andavano da Lui: Egli sapeva bene che se i miracoli stupivano, erano solo un mezzo, come altri, per condurre gli increduli alla fede e convincerli che Lui era Dio. Più volte Egli ha riscontrato che questi prodigi avevano risvegliato solo una fede superficiale e senza fondamento (Giovanni 2:24-25).

A cosa servivano quei miracoli? Erano dei “segni”, cioè delle prove della potenza divina e dell’amore di Gesù. All’inizio della storia della Chiesa essi davano anche una risonanza particolare all’annuncio dell’Evangelo, accompagnandolo e accreditandolo. Il racconto del capitolo 5 del Vangelo di Luca ne è un’illustrazione: il miracolo della guarigione che ha restituito all’uomo paralitico l’uso delle gambe attestava, nello stesso tempo, che solo Dio aveva il potere di perdonare i peccati, e che, se si occupava del suo misero stato, era solo per amore.

Dio è sempre disposto ad agire con potenza. Non è forse un miracolo che un uomo perduto sia perdonato e salvato, e passi dalla morte alla vita? Che una vita soggiogata dal male possa gustare alla fine la vera libertà?