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martedì 28 giugno 2022

Generosità corrisposta

“L’anima benefica sarà nell’abbondanza, e chi annaffia sarà egli pure annaffiato” Proverbi 11:25.


Qui ci viene impartita la grande lezione secondo la quale per ricevere dobbiamo dare, per accumulare dobbiamo seminare, per essere felici dobbiamo rendere contenti gli altri, e per diventare spiritualmente forti, dobbiamo cercare il bene spirituale degli altri. Nell’annaffiare gli altri, veniamo annaffiati noi stessi. In che modo? I nostri sforzi, volti a procurare utilità ad altri, fanno emergere le nostre capacità per ciò che è utile. Noi possediamo talenti nascosti e capacità non esercitate, che attraverso l’esercizio vengono alla luce. La nostra capacità di lavorare è nascosta anche a noi stessi, fino a quando non proviamo a combattere le battaglie del Signore o a scalare le montagne della difficoltà. Non conosciamo la nostra sensibilità fino a quando non cerchiamo di asciugare le lacrime di una vedova o di alleviare il dolore dell’orfano. Spesso scopriamo che nel provare ad insegnare agli altri, acquisiamo istruzioni per noi stessi. Oh, quali lezioni benedette alcuni di noi hanno appreso presso il capezzale di un malato! Andammo per esporre la Scrittura, e tornammo arrossendo poiché ci rendemmo conto di conoscerla ben poco. Nelle conversazioni con i santi che sono in povertà, impariamo perfettamente quale sia la volontà del Signore per noi, e possediamo una visione più profonda della verità divina. In questo modo il fatto di annaffiare gli altri ci rende umili. Scopriamo quanta grazia ci sia dove non l’abbiamo cercata, e quanto un santo povero ci sorpassi nella conoscenza. Mediante il lavoro svolto per gli altri il nostro essere viene irrobustito. Noi tentiamo di rallegrarli, e la consolazione rallegra il nostro cuore. Come due uomini nella neve, uno riscalda l’altro impedendo che muoia, e in questo modo tiene attiva la sua circolazione sanguigna e salva la sua vita. La povera vedova di Sarepta offrì le sue scarse provviste per soddisfare le necessità del profeta, e da quel giorno non seppe più cosa fosse la penuria. Allora dona, e ti sarà donato, in una buona misura, pigiata, scossa e traboccante.