Nell'estate del 1941 il dipartimento di stato americano si rifiutò di ascoltare il Dott. Bell riguardo all'imminente attacco che il Giappone stava pianificando contro l'America. Fu gentilmente ignorato e l'America si ritrovò impreparata in ciò che accadde a Pearl Harbur, avendo ciecamente rifiutato l'impellente pericolo. Quando nelle vicinanze è presente un avversario forte è importante imparare a conoscerlo evitando di ignorarlo.
Ognuno di noi ha un nemico del genere, si chiama Morte ed è importante imparare a conoscerlo. E' ben noto che i giovani neghino la realtà della morte; è la cosa più remota nella loro mentalità. Ne vigore della giovinezza prendono la vita come diritto e alla loro età è comprensibile, soprattutto se c'è abbondanza, quando l'economia è forte, quando le cose vanno bene. La morte è l'ultima cosa nella nostra mente quando abbiamo lo stomaco pieno. Ma l'essere umano è un essere intelligente e il ragionamento dovrebbe essere un canale portante nella sua vita. Le statistiche della morte sono impressionanti. Una persona su una muore. Di recente ho ascoltato un evangelista fare un affermazione che sul momento mi ha sorpreso. Diceva: la guerra non aumenta il numero delle vittime; ne anticipa solo il momento. La morte è totale in ogni generazione.
Ma: “Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” Gio. 5:28-29.
E' strano che provando per la morte un orrore istintivo, i nostri cuori non siano impressionati e i nostri pensieri modificati in misura maggiore per la straordinaria rivelazione di Dio che getta un raggio di luce sulle tenebre fitte del sepolcro. Se i credenti si convincessero più profondamente di ciò che è la morte, fine di ogni bene e speranza terrena, sarebbero spinti maggiormente a occuparsi della verità della resurrezione, questa vittoria di Cristo apre dinanzi ai nostri occhi uno scenario nuovo. La resurrezione non sarebbe più una dottrina fra le altre dottrine, ma sarebbe la potenza vivente che sostiene il cuore la dove tutto crolla e si renderebbe grazie a Dio che a gettato luce sul buio della tomba. Adesso non siamo più chiamati a vivere la vita per un mondo che passa ma per tutto ciò che resta in eterno e sarà la nostra parte per sempre.