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lunedì 25 dicembre 2023

L'inferno

Il centro del cielo è Dio. Gli angeli non adorano palazzi o viali sfavillanti, ma Dio stesso. La Sua maestà muove ogni cosa. Egli è all'opera del continuo.

Proprio in questo momento sta rivolgendo l'invito a milioni e milioni di uomini. Parla con la benevolenza di una madre, ammonisce con la severità di un padre. Con un funerale avverte: “La vita non è che un soffio”. Con la malattia ricorda: “I giorni sono contati”

Dio può parlare attraverso la natura,  con un breve messaggio trovato per caso o con una disgrazia. Ma il suo invito non cambia ed è rivolto a tutti: “Venite a me e riceverete in dono la Vita Eterna”.

Eppure molti non lo desiderano affatto. Non vogliano avere nulla a che fare con Dio. Egli parla e loro si coprono le orecchie. Egli comanda e loro si fanno beffe della sua Parola.

Non vogliono sentirsi dire come devono vivere. Sorridono di ciò che dice sul matrimonio, sul denaro, sul sesso o sul valore della vita umana. Considerano suo Figlio una storiellina e la croce una pazzia (1 Corinzi 1:18). Trascorrono la vita dicendo a Dio di lasciarli stare perché a loro non interessa né la Sua pace né il Suo dono, e al momento del loro ultimo respiro, Egli onora quella richiesta: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori”  Matteo 7:23. Questo versetto ci porta diritti diritti alla più cupa delle realtà cristiane: l'inferno.

Nessun argomento suscita maggiore resistenza. Chi vuole pensare ad una punizione eterna? Preferiamo rendere “flessibile” la questione. Uno studente della facoltà di teologia esaminò un'infinità di riviste cristiane alla ricerca di articoli sull'inferno. Non ne trovò nemmeno uno. “L'inferno”, osservò, “è scomparso e nessuno se ne è accorto”.

E' facile capire perché. L'inferno sia un argomento scomodo che può suscitare turbamento e chiunque viva il cristianesimo con leggerezza non ne vuole sentire parlare.

Ma la Bibbia ne parla, lo descrive come: “oscurità delle tenebre in eterno” (Giuda 13), di “eterna rovina” (2 Tessalonicesi 1:9), di “pianto e stridor dei denti” (Matteo 8:12).

Il Signore Gesù parlo spesso dell'inferno. In molti dei suoi insegnamenti fa riferimento al giudizio eterno e al luogo della sofferenza. Due terzi delle sue parabole fanno riferimento alla resurrezione e al giudizio. 

Il Signore Gesù non ha nascosto questa realtà. Avverte: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna” Matteo 10:28. Mostra la condizione di colui che durante la sua vita non ha avuto tempo per curarsi degli appelli di Dio: il ricco che: “E nell'Ades, essendo nei tormenti” Luca 10:23.

Dove è l'inferno precisamente? Il Signore ci fornisce un indizio raggelante: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti” Matteo 22:13. 

Di fuori rispetto a cosa?

Dai confini della presenza di Dio, della Sua grazia, della Sua pace e del Suo riposo.

L'inferno è fuori della portata di queste cose, in esso vi è assenza di tutto ciò.