Dio è amore.
1 Giovanni 4:8
Mentre
eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio
suo.
Romani 5:10
Di chi è
la colpa?
La
catastrofe si è appena consumata. Adamo ed Eva hanno dato ascolto alle menzogne
di Satana che, mettendo in dubbio la parola di Dio, li ha tratti in inganno.
Hanno disobbedito a Dio e adesso hanno paura di Lui e si nascondono dietro gli
alberi del giardino. Ma Dio li cerca, li trova, e interroga Adamo su ciò che è
successo. La risposta è significativa: “La donna che tu mi hai messa accanto, è
lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato” (Genesi 3:12).
In altre parole, Adamo scarica la colpa prima su Dio, poi su sua moglie.
L’uomo
non ha forse, anche oggi, lo stesso atteggiamento nei confronti Dio? La
sofferenza, ad esempio, è una conseguenza diretta del peccato dell’uomo.
Eppure, il primo istinto che insorge nell’uomo è accusare Dio. Le guerre che
divampano nel mondo mostrano bene come l’uomo si sia allontanato dal Dio
d’amore. Bisogna prendersela con Lui se delle popolazioni intere si massacrano
e se dei bambini soffrono così tanto, se c’è gente che muore di fame mentre
altri sprecano il cibo, se le risorse del pianeta sono così mal gestite? Tutti
questi mali sono la conseguenza della ribellione
contro Dio. Perché, dunque, Dio dovrebbe essere considerato responsabile?
Ma
anche per mezzo delle catastrofi naturali Dio parla all’umanità, e lo fa per
sollecitare l’uomo a ravvedersi e credere a Lui. Guai a mettere il nostro
Creatore sul banco degli imputati o chiedere conto a Lui delle conseguenze del
nostro peccato e della nostra incredulità!
Eppure,
nonostante tutto, Dio ama la creatura
anche se si è ribellata a Lui. Per liberarla dalle conseguenze del peccato,
ha sacrificato il Suo unico Figlio e l’ha punito sulla croce al posto nostro,
per poterci perdonare i peccati. Invece di accusare Dio, confessiamogli il
nostro peccato e accettiamo la Sua grazia!