“Isacco scavò di nuovo i pozzi d'acqua, che erano stati scavati al tempo di suo padre Abraamo, e che i Filistei avevano turato dopo la morte di Abraamo; e li chiamò con gli stessi nomi con cui li aveva chiamati suo padre” Genesi 26:18.
I pozzi sono una figura della Parola di Dio e delle sue preziose verità, di cui i nostri genitori hanno beneficiato prima di noi. Ma ora dobbiamo noi stessi scavare, ovvero fare nostre queste verità affinché diventino in un certo qual modo le nostre proprietà personali. Scavare è un lavoro faticoso che procede lentamente, per il quale occorre della pazienza e dell'energia e ricordiamoci che abbiamo un nemico che cercherà in tutti i modi di turare le nostre sorgenti con la terra (vrs.15) vale a dire riempire la nostra vita con le cose di quaggiù per privarci della Parola vivente di cui abbiamo costantemente bisogno.
Dobbiamo stare attenti a non disprezzare i privilegi che abbiamo, magari essendo nati in una famiglia cristiana ed aver ascoltato fin da piccoli la Parola di Dio.
Il mondo è pieno di gente, che come Esaù, disprezza i suoi privilegi in cambio di alcuni piaceri passeggeri. Mangiar bene, bere, divertirsi, godere la vita in tutti i modi possibili, ecco tutto il programma della loro esistenza. Avranno un terribile risveglio quando più tardi dovranno riconoscere la loro follia. “Quindi Esaù alzò la voce e pianse” Gen. 27:38.
