Egli (Gesù) morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
2
Corinzi 5:15
Cosa
si aspetta il Salvatore dai Suoi?
Per prima
cosa il Salvatore si aspetta di essere
amato, e vuole che i Suoi amino anche gli altri, sia i credenti sia tutti
gli uomini. Il Signore ha parlato di due comandamenti
che definisce maggiori: «Il primo è: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta
l’anima tua, con tutta la mente tua, con tutta la forza tua”. Il secondo è
questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso”» (Marco 12:29-31). Inoltre, ha
dato ai Suoi un comandamento che definisce nuovo:
“Che vi amiate gli uni gli altri” (Giovanni 13:34).
Il
Salvatore chiede anche di essere servito;
ne ha tutti i diritti. Ma costringe
forse i Suoi figli a servirlo imponendo loro un nuovo decalogo? No di certo.
Scrivendo ai “fratelli carissimi” (quindi a dei salvati) l’apostolo Giacomo
parla di una legge che definisce perfetta,
la “legge della libertà”, e raccomanda di guardare attentamente in essa, e in essa perseverare (Giacomo 1:25). L’uomo salvato trova questa “legge”
nella Sacra Scrittura, la Parola di Dio, che è perfetta ed è la verità, perché
porta i caratteri di Colui che l’ha emanata. In questa Parola il credente trova
la volontà del suo Salvatore, e ha tutte le istruzioni per servirlo in modo da
onorarlo ed essere utile al prossimo.
Con quali
motivazioni il Signore chiede di essere servito? Ecco cosa scriveva l’apostolo
Paolo ai credenti di Corinto: “Quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù” (2 Corinzi 4:5). Da questo versetto
impariamo pure che servire il Signore non significa rimanere immobili nella Sua
contemplazione o diventare un asceta, ma adoperarsi in favore degli altri avendo come motivazione la riconoscenza e
l’amore per il Signore.