L'unico spazzo di luce lo abbiamo al versetto uno. “SIGNORE, Dio della mia salvezza”ver. 1.
“l'anima mia è sazia di mali e la mia vita è vicina al soggiorno dei morti. Io sono contato tra quelli che scendono nella tomba; sono come un uomo che non ha più forza. Sto disteso fra i morti, come gli uccisi che giacciono nella tomba” Salmo 88:2-5.
Questo salmo descrive la propria disperata situazione. Convinto che il suo sia un caso senza via d'uscita.
La sua vita è un brulichio di mali ed egli sta inesorabilmente andando inesorabilmente incontro alla morte e alla tomba, abbandonato, dato già per morto e contato fra le vittime. Tutte le forze gli sono venute meno e ora egli è disteso fra i morti. “Come gli uccisi che giacciono nella tomba” la forma usata è quello di un campo di battaglia disseminato di cadaveri ma il versetto che segue: “L'ira tua pesa su di me, tu mi hai travolto con tutti i tuoi flutti”, sembra presentare che questo sia la conseguenza di un giudizio divino.
Questo stato d'animo avrebbe dovuto essere anche quello di un qualsiasi Israelita fedele che, possedendo la legge, consapevole di ciò che essa esprimeva, avrebbe ben avuto motivo di ritenersi così dinanzi a Dio.
Ma nel salmo successivo abbiamo la risposta di Dio: “Io ho fatto un patto con il mio eletto; ho fatto questo giuramento a Davide, mio servo: Stabilirò la tua discendenza in eterno ed edificherò il tuo trono per ogni età...Gli conserverò la mia grazia per sempre, il mio patto con lui rimarrà stabile. Renderò eterna la sua discendenza e il suo trono come i giorni dei cieli” Salmo 89:3-5, 28-29.
“Anche i cieli cantano le tue meraviglie, o SIGNORE..."