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giovedì 2 febbraio 2023

Come resuscitano i morti? Con quale corpo ritornano? (1/2)

“Ma qualcuno dirà: Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano? Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore; e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo...Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. Così anche sta scritto: Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste. Ora io dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l'incorruttibilità” 1 Corinzi 15:35-50.


In tutto il capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi Paolo presenta in dettaglio la risurrezione e i suoi risultati eterni. 

A partire dalla domanda del v. 35 Paolo si sofferma sulla questione “con quale corpo” per dimostrare la differenza tra il corpo terrestre e il corpo celeste: questa differenza sarà così immensa che le parole umane sono insufficienti a descrivere la gloria futura dei credenti. Del resto, l’intelligenza umana è in grado di concepire e rappresentare solo pensieri che si accordano con la realtà visibile e non la risurrezione di esseri corporali che sono morti da secoli, i corpi dei quali sono interamente decomposti, o  che si sono addirittura distrutti nell’atto di morire (guerre, incendi, terremoti) è addirittura inconcepibile.

Ma per coloro che credono in Colui che è morto per loro e che è già risuscitato dai morti mettendo in luce la vita e l’immortalità (2 Timoteo 1 v.10), la risurrezione è un obiettivo di speranza e di gioia.

v. 36 La morte non è la fine, ma un passaggio verso la risurrezione.

v. 37/38 L’esempio del seme. L’attenzione è posta sulla creazione visibile per notare che:

 - la nuova pianta, il corpo di risurrezione, è molto diversa da ciò che è stato deposto nella terra pur provenendo una dall’altro;

- il seme è nudo, cioè non ha ancora vestito né l’incorruttibilità, né l’immortalità;

- il semplice grano deve essere ricoperto di terra, figura della morte del corpo naturale;

- c’è un intervallo di tempo tra il seme e la nuova pianta;

- ognuno avrà un corpo come è stabilito da Dio;

- a ogni seme il proprio corpo, ovvero, al momento della risurrezione, ogni credente avrà il suo corpo glorioso.

Dopo questo esempio seme-pianta, che mette in luce la differenza tra il corpo attuale e quello di risurrezione, i versetti successivi evidenziano lo stesso concetto, descrivendo come in natura vediamo delle diversità tra le creature appartenenti al regno animale (v. 39) e i corpi celesti (v. 40).

(si conclude domani)