“Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè; mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo. Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque: infatti furono abbattuti nel deserto” 1 Cor. 10:1-5.
La prima cosa che noto leggendo questi versetti è questa: i privilegi non sono una garanzia. L'apostolo Paolo, sottolinea, in questi versetti, quanto sia importante seguire e servire il Signore con fedeltà. Qui non si tratta di perdere la salvezza, ma di perdere le benedizioni divine che Dio aveva in vista per noi. Come credenti ci dobbiamo ricordare che il Signore ci chiama ad essere ubbidienti, che non ci conformiamo più alle passioni del tempo passato come quando eravamo nell'ignoranza (1 Pietro 1:14). Siamo disposti a vivere questo tipo di vita?
Per dare maggiore peso al suo insegnamento Paolo fa riferimento ai privilegi di cui “i nostri padri”, ossia il suo popolo, Israele, aveva beneficiato.
“Non voglio infatti che ignoriate, fratelli”, con questa espressione vuole sottolineare che se la nostra posizione e vita pratica non sono accompagnate dalla vigilanza, non sono sufficienti.
“Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono” Giov. 13:13.
“Avvicinatevi a me, ascoltate questo: Fin dal principio io non ho parlato in segreto” Isaia 48:16.
Ho ascoltato con interesse l'intervista ad un anziano insegnante. Sono rimasto colpito dal suo sfogo, dalla sua delusione. Diceva: ho conosciuto ogni tipo di alunni, ma fra questi ve n'era una categoria che mi hanno lascito un ricordo penoso. Erano educati, composti, di indole allegra, ma non si interessavano di niente. Ogni cosa per loro era indifferente. Niente riusciva ad attirare la loro attenzione, in qualsiasi direzione fossero orientate le attività scolastiche. Gli sguardi erano vuoti, assenti, privi di interesse.
Punirli? Fatica inutile. Rimanevano insensibili a tutte le sanzioni. In altre parole erano indifferenti a tutto. Non ho conosciuto nessun'altra condizione più inutile per un maestro.
“Ma a chi paragonerò questa generazione? Essa è simile a fanciulli seduti nelle piazze, che si rivolgono ai loro compagni e dicono: Noi vi abbiamo sonato il flauto e voi non avete ballato; abbiamo intonato lamenti e voi non avete fatto cordoglio” Matteo 11:16-17.
L'indifferenza alla voce di Dio è la caratteristica di questa generazione e sarà la sua rovina. Essa è definita “simile a fanciulli” indifferenti che siedono nelle piazze, posizione che sta ad indicare coloro che non ricercano niente, sono soddisfatti così e non hanno bisogno di nulla.
Che strano cristianesimo stiamo vedendo in questi ultimi giorni.
Troppi microfoni accesi, invece cuori che ardono. Troppi spettacoli invece di raccoglimento.
Grida invece di profondo silenzio davanti a Dio. Palcoscenico, invece di camerette.
Troppi uomini che sanno tutto e promettono prosperità e benessere per attirare masse che a loro volta accorrono e saltano insieme come folli. Nuovi apostoli, profeti e maestri che spuntano sui social con pulpiti fatti di like e amen!! Con faccine e cuori.
Dove sono i servi? Dove sono gli umili? Chi innalza Cristo il Signore è non se stesso? Sono quelli che lavorano dietro le quinte, servono in silenzio, che pagano il prezzo della strada stretta. Sono quelli che fanno del nuovo giorno una nuova occasione per chiedere a Dio di svolgere quelle opere che Lui ha preparato..
Sono quelli che incontri ai margini, fra gli ultimi. Ecco quelli di cui Dio si compiace.
Tutto il resto è palcoscenico.