Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

martedì 14 novembre 2023

14 novembre - 10° Comandamento: “Non concupire”

Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo.

Esodo 20:17

 

La concupiscenza… partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.

Giacomo 1:15

 

10° Comandamento: “Non concupire”

 

Il decimo comandamento è forse il più radicale di tutti. Esso mette in chiaro il valore e la dimensione interiore della Legge che non condanna solamente le azioni e le parole, ma va alla radice: la concupiscenza. Questa può esprimersi attraverso delle azioni oppure restare nascosta, perché è prima di tutto una disposizione di cuore, un modo di pensare.

La concupiscenza è il desiderio di avere ciò che non ci appartiene, ciò che Dio non giudica utile darci. Questo comandamento dà un taglio netto alle radici materialiste della nostra cultura occidentale e alla sua ricerca del piacere. Spesso i media e la pubblicità stimolano la concupiscenza dei nostri occhi e della nostra carne, e ci mantengono in una permanente insoddisfazione.

Non è concupiscenza il desiderio di fare prosperare il nostro lavoro, di ricevere il meritato salario o l’aiuto necessario per rispondere ai nostri bisogni; ciò che è malsano è voler possedere un bene semplicemente perché un altro lo possiede. Perché cercare senza sosta di avere più di quello che ci è necessario? Questa conseguenza negativa del materialismo e dell’egoismo porta all’indifferenza verso i poveri, che siano vicini a noi o lontani, in altre parti del mondo.

La concupiscenza rende schiavi del peccato e soffoca il messaggio della Parola di Dio. Anche i credenti potrebbero cadere sotto il suo potere. Solo lo Spirito di Dio può liberarci dalla sua influenza. L’apostolo Paolo scriveva: “Camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne” (Galati 5:16); quanto a sé poteva dire: “Ho imparato ad accontentarmi (o ad essere contento) dello stato in cui mi trovo” (Filippesi 4:11).