Essi lo trattennero, dicendo: “Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire”. Ed egli (Gesù) entrò per rimanere con loro.
Luca 24:29
La vita del bambino (2)
Il modo in cui agisce Eliseo per
risuscitare il bambino di quella famiglia merita la nostra attenzione. Il
piccolo giace esanime, coricato sul letto dell’uomo di Dio. Eliseo arriva,
entra nella stanza e chiude la porta per rimanere solo con lui. Ma il suo
lavoro richiede del tempo, ed Eliseo è paziente. Diverse volte esce, va e viene
per la casa, poi rientra. Infine il piccolo starnutisce sette volte. È tornato
in vita! Eliseo chiama la madre e glielo mette fra le braccia.
Durante quegli interminabili momenti, qual
è stato l’atteggiamento della madre? Aveva fatto venire Eliseo, e aspettava con
pazienza. L’uomo di Dio era in casa e si stava occupando di suo figlio; questo
le bastava. Lei non interviene, non sta davanti all’uscio della camera per
avere notizie… No, li lascia soli, alla presenza uno dell’altro.
Che insegnamento possiamo trarre da questo
racconto? Intanto, che dobbiamo dare al Signore il posto che gli spetta nelle
nostre case e fare in modo che siano un luogo dove la Sua presenza è
riconosciuta, rispettata e apprezzata. Se così è, diamogli fiducia, parliamogli dei nostri bambini in preghiera
e poi lasciamolo agire. Favoriamo un contatto personale tra Lui e ognuno
dei nostri figli abituandoli a leggere
la Parola di Dio e a pregare.
Lasciamo lavorare il Signore “nell’intimità
della cameretta”. Il lavoro del Signore è paziente, personale, e non si fa in
un giorno. Non cerchiamo di imporci per accelerare o completare il Suo lavoro.
Dio risponderà alle nostre preghiere, e noi avremo la gioia di vedere i nostri
figli “nascere di nuovo”, “nascere spiritualmente”, per la fede, in vista della
vita eterna.