Nella Bibbia esistono due libri scritti dallo stesso autore ma completamente diversi. Sono stati scritti in periodi diversi della sua vita ed esprimono sentimenti e condizioni opposte.
Questi libri sono L'Ecclesiaste e il Cantico dei Cantici.
L'Ecclesiaste presenta l''attività e il pensiero dell'uomo e il lavoro sulla terra ha un posto predominante in questo libro; e così è anche nel nostro mondo contemporaneo. Lo sforzo per il progresso, tecnologico nel nostro caso, è evidente, ma lo era anche allora: “Io intrapresi grandi lavori” 2:4. In tutto il paragrafo fino al ver.11 non c'è altro che un elenco di cose che lui ha fatto. Nel libro del Cantico dei Cantici invece l'attenzione e concentrato non su ciò che io ho fatto ma su una singola persona, oggetto di tutto il mio affetto.
Il libro dell'Ecclesiaste è costellato da dichiarazioni negative:
“Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia...Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole” 2:10-11.
“la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa” 2:23.
“Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta” 5:10.
"la sazietà del ricco non lo lascia dormire." 5:12.
“Anche se questi vivesse due volte mille anni, se non gode benessere, a che scopo?” 6:6.
“Tutta la fatica dell'uomo è per la sua bocca, però l'appetito suo non è mai sazio” 6:7.
Il libro del Cantico dei cantici è invece un libro di canto, di appagamento.
“Qual è un melo tra gli alberi del bosco, tal è l'amico mio fra i giovani. Io desidero sedermi alla sua ombra, il suo frutto è dolce al mio palato” C.c. 2:3.
Certo, in mezzo alle agitazioni della vita, alla frenesia del mondo, esiste un luogo di riposo, di tranquillità e di pace che non è di questo mondo. Noi tutti ben sappiamo che il riposo più dolce è quello di trovarsi presso il Signore, di sedersi alla sua ombra. Si può cercare invano “sotto il sole” lavorando penosamente notte e giorno, inseguendo le ricchezze ma anche se le raggiungessimo, esse, non farebbero altro che renderci più schiavi. Siamo continuamente angosciati sotto il peso delle preoccupazioni giornaliere e non riusciamo a trovare riposo perché questo mondo non lo offre. Non esiste un luogo simile quaggiù.
Chi riesce a trovarlo e perché non ha cercato un luogo ma una persona. Cristo stesso è “il melo”. Ai suoi piedi vi è riposo e felicità.
La sua ombra non è come l'ombra delle colline o come quella di una radura nascosta ne cuore della foresta. Soltanto “l'ombra del melo” può soddisfare e ristorare i nostri cuori.
Dobbiamo imparare a cercare Colui che i nostri cuori hanno imparato ad amare. Nessun altro e nient'altro può sostituirlo.
L'ombra, adoperata in senso figurato, si trova parecchie volte nella Bibbia e generalmente essa rappresenta il soccorso, la protezione.
“tu sei stato una fortezza per il povero, una fortezza per l'indifeso nella sua angoscia, un rifugio contro la tempesta, un'ombra contro l'arsura” Isaia 25:4.
Molti credenti si stancano nel cammino e provano la fatica perché sono schiacciati dalle sollecitudini della vita. In casa, in ufficio, in fabbrica, ai campi, nella vita privata o pubblica, le energie vitali della nostra mente e del nostro corpo sono costantemente messi alla prova. Tutti i nostri nervi esigono riposo. Le condizioni della vita moderna sono una continua minaccia alla salute delle nostre anime. E i figli di Dio sono talvolta così spossati da avere difficoltà a trovare un momento di tranquillità per la preghiere, la lode e la lettura della Bibbia. Più la tensione aumenta più questo luogo di ombra sembra remoto e distante, ma non è così. Il Signore è sempre vicino ai suoi, dobbiamo solo cercarlo, non è distante.
Come è triste che un credente possa perdere il contatto personale con il suo Maestro. Come è triste vederlo far fronte alle responsabilità della vita con la sola sua forza, affaticato, nervoso, trascinato dalle correnti di questo mondo.
Sembra aver dimenticato che: “Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente” Salmo 91:1.