Davide si trova esattamente lì. Non è mai stato più in alto. L'onda del suo successo raggiunge l'apice con i cinquant'anni. Israele si sta espandendo. Il paese sta prosperando. In due decenni sul trono si è distinto come guerriero, musicista, statista e re. Il suo regno è solido e la nazione è in continua espansione territoriale. Nessuna sconfitta sul campo di battaglia, nessuna pecca nella sua amministrazione. Amato dal popolo. Servito dai soldati. Seguito dalle folle. Davide è al culmine del suo prestigio.
Un bel contrasto con il ragazzo che abbiamo incontrato nella valle dei terebinti mentre, inginocchiato presso un torrente, si sceglieva cinque pietre lisce. L'ultimo dei suoi fratelli, il più piccolo. Tutti lo sovrastavano. Per non parlare di Golia che stava per affrontare. Non era mai stato più in basso, eppure non era mai stato così forte.
Tre decenni sono passati è la sua posizione è invertita.
Non è mai stato così in alto, eppure non è mai stato così debole e così vulnerabile.
Ha raggiunto il punto più alto della sua vita, la posizione più alta del suo regno, il posto più alto della sua città: la terrazza che sovrasta Gerusalemme.
Dovrebbe essere con i suoi uomini, in battaglia, a cavallo lanciato contro il nemico. Ma è lì.
E' sulla terrazza.
Finché la chiesa ebbe delle cicatrici dovute all'opposizione del mondo, prosperò. Ma quando fu accolta e iniziò ad appuntarsi delle medaglie, languì. Ci fu più gloria nelle cicatrici che nelle sue medaglie.