Non c’è uomo… che abbia potere sul giorno della morte.
Ecclesiaste 8:8
Egli… cambia in aurora l’ombra di morte…:
il suo nome è il SIGNORE.
Amos 5:8
Di fronte alla morte
L’uomo ha sette compagni, si diceva una
volta: la fame, la sete, il caldo, il freddo, la fatica, la malattia e la
morte. Una parte dell’umanità non è più toccata dai primi quattro cattivi
compagni, ma la fatica e la malattia persistono, nonostante l’impegno della
scienza. Quanto alla morte, la Bibbia la definisce “il re degli spaventi”
(Giobbe 18:14) e anche un “nemico”, che sarà l’ultimo a essere distrutto (1
Corinzi 15:26).
Nessuno può sfuggire alla morte; può
colpirci a qualunque età. Di fronte a questa constatazione si possono assumere
due atteggiamenti:
1. “Mangiamo e beviamo, perché domani
morremo” (1 Corinzi 15:32). Invece di guardare in faccia la realtà della morte,
preferire non pensarci e godere delle cose buone della vita.
2. Accettare questa realtà e porsi le
giuste domande riguardo al senso della vita e all’aldilà. Ed è ascoltando ciò
che Dio ci comunica nella Bibbia che si trovano delle risposte sicure.
Che senso vuole dare Dio alla mia vita? Il
Signore ha detto: “Che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai
mandato, Gesù Cristo” (Giovanni 17:3). È dunque una relazione diretta e personale quella che Dio desidera avere con noi.
E dopo la morte, c’è il nulla? No. La
Bibbia dice: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei
9:27). Però è anche scritto: “Chi crede in lui (Gesù Cristo) non è giudicato” (Giovanni 3:18). Gesù stesso lo
conferma: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita
eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni
5:24).