La donna… venne tutta tremante e, gettatasi ai Suoi piedi, dichiarò, in presenza di tutto il popolo, per quale motivo lo aveva toccato e come era stata guarita in un istante.
Luca 8:47
Prima
di tutto testimoniare
(Leggere
Luca 8:40-48)
Gesù attraversa con difficoltà le stradine
affollate di un villaggio della Palestina per andare al capezzale di una
fanciulla morente. Una donna gli si avvicina furtivamente e tocca, senza farsi
notare, un lembo della veste di Gesù. La donna soffre da dodici anni di perdite
di sangue e non ha voglia di esporre questo suo problema intimo davanti
agl’altri. Inoltre sa che, secondo la legge di Mosè, in quello stato non avrebbe
nemmeno il diritto di avere contatti con altre persone.
Meravigliosa grazia di Dio! Quella donna è
guarita all’istante. Ma il Signore vuole che il miracolo venga alla luce e
dice: “Chi mi ha toccato?” Allora la donna si avvicina tremante e dichiara
davanti a tutti il motivo della sua presenza fra loro, e come è stata guarita
solo toccando la veste del Signore. In questo modo stabilisce un legame con il suo
Salvatore, gli parla e ascolta da Lui queste parole di consolazione: “Figliola,
la tua fede ti ha salvata; va’ in pace”.
Nessun male, nessun peccato è così
vergognoso da non poter essere confessato alla presenza di Dio. La profondità
della miseria morale dell’uomo non fa che mettere in risalto la grazia che ce
ne libera.
Quando noi credenti raccontiamo ciò che il
Signore ha compiuto in nostro favore (Luca 8:39), non lo facciamo per trarre
una qualche lode, ma soltanto per
testimoniare della grazia di Dio. Quante persone hanno iniziato a credere
in Dio ascoltando il semplice racconto della conversione di un credente!
Facciamoci coraggio. Parliamo attorno a noi del nostro Salvatore e delle
liberazioni che ha compiuto nella nostra vita. Lui ne sarà onorato e noi avremo
fatto il nostro dovere.