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giovedì 27 novembre 2025

27 novembre - I Giudei di Berea

Le sacre Scritture… possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

2 Timoteo 3:15

 

I Giudei di Berea

 

L’apostolo Paolo si era recato a Tessalonica con Sila, suo fedele compagno. Per tre sabati, nella sinagoga, aveva discusso coi Giudei, tenendo “ragionamenti tratti dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo doveva soffrire e risuscitare dai morti. E il Cristo, egli diceva, è quel Gesù che io vi annunzio” (Atti 17:2- 4).

Solo un piccolo numero furono persuasi. Invece, i “Greci pii”, che non erano Giudei di origine ma avevano abbracciato il giudaismo, venivano alla fede in Cristo in “una gran folla”. Tra coloro che si erano uniti a Paolo e Sila si trovavano anche “non poche donne delle famiglie più importanti”; anch’esse, verosimilmente, non di origine ebraica.

Questo successo fra i Greci riempì di gelosia i Giudei che non credevano, i quali “presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di piazza; e, raccolta quella plebaglia, misero in subbuglio la città” (v. 5). Che cosa vile e detestabile ricorrere all’aiuto della plebaglia per sfogare la gelosia! Così, Paolo e Sila furono costretti ad andarsene e proseguirono la loro strada fino a Berea.

Come a Tessalonica, anche a Berea entrarono nella sinagoga dei Giudei per predicare Cristo. “Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (v. 11).

Conoscere la Bibbia è fondamentale. Essa è il solo valido punto di paragone, perché dice la Verità. Ma bisogna conoscerla bene. Non cadremo nell’errore se confrontiamo con le Scritture le parole dei tanti “predicatori” che cercano di farci abbracciare le loro idee e attirarci nelle loro comunità.