Le sacre Scritture… possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.
2 Timoteo 3:15
I Giudei di Berea
L’apostolo Paolo si era recato a Tessalonica con Sila, suo fedele
compagno. Per tre sabati, nella sinagoga, aveva discusso coi Giudei, tenendo
“ragionamenti tratti dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo
doveva soffrire e risuscitare dai morti. E il Cristo, egli diceva, è quel Gesù
che io vi annunzio” (Atti 17:2- 4).
Solo un piccolo numero furono persuasi. Invece, i “Greci pii”, che non
erano Giudei di origine ma avevano abbracciato il giudaismo, venivano alla fede
in Cristo in “una gran folla”. Tra coloro che si erano uniti a Paolo e Sila si
trovavano anche “non poche donne delle famiglie più importanti”; anch’esse,
verosimilmente, non di origine ebraica.
Questo successo fra i Greci riempì di gelosia i Giudei che non
credevano, i quali “presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di
piazza; e, raccolta quella plebaglia, misero in subbuglio la città” (v. 5). Che
cosa vile e detestabile ricorrere all’aiuto della plebaglia per sfogare la
gelosia! Così, Paolo e Sila furono costretti ad andarsene e proseguirono la
loro strada fino a Berea.
Come a Tessalonica, anche a Berea entrarono nella sinagoga dei Giudei
per predicare Cristo. “Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di
Tessalonica, perché ricevettero la parola con ogni premura, esaminando ogni
giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (v. 11).
Conoscere la Bibbia è fondamentale. Essa è il solo valido punto di paragone,
perché dice la Verità. Ma bisogna
conoscerla bene. Non cadremo nell’errore se confrontiamo con le Scritture
le parole dei tanti “predicatori” che cercano di farci abbracciare le loro idee
e attirarci nelle loro comunità.