Se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con Lui quelli che si sono addormentati.
1
Tessalonicesi 4:13-14
Un
sepolcro vuoto
Giuseppe di
Arimatea, uomo illustre e ricco, “comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla
croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi
rotolò una pietra contro l’apertura del sepolcro” (Marco 15:46).
Immaginiamo
di essere stati presenti quando il Signore è stato messo nel sepolcro. E’ il
corpo di un uomo morto, immobile, freddo. I carnefici ne erano certi. Alla
notizia che Gesù era morto, Pilato chiese ai soldati se ne avessero la
certezza. L'avevano. La stoccata di una lancia nel Suo costato aveva dissipato
ogni dubbio.
Eppure, il
Signore aveva detto ai Suoi: “Tornerò”. L’aveva promesso: “Quando sarò andato e
vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove
sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3).
Il giorno
dopo il sabato, al mattino presto, la pietra che sigillava l’imboccatura del
sepolcro era tolta e il corpo del Signore Gesù non c’era più; erano rimaste
solo le fasce.
Anche noi
moriremo, se il Signore non tornerà a prenderci prima che questo accada. Anche
noi finiremo in una tomba. Ma la risurrezione del Suo corpo è per noi credenti
una grande fonte di fiducia. “Se siamo
stati totalmente uniti a Lui in una morte simile alla Sua, lo saremo anche in
una risurrezione simile alla Sua” (Romani 6:5).
La
risurrezione di Gesù è dimostrazione e anticipazione di quella di tutti coloro
che hanno creduto!