“Questi comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi rotolò una pietra contro l'apertura del sepolcro.”
Marco 15:46
Rechiamoci al sepolcro, poiché Gesù giace nel sepolcro.
Immobile. Freddo. Rigido. Il suo corpo è senza vita come la lastra di pietra sulla quale è adagiato, nessuna sensazione percorre i suoi arti. Non c'è aria nei polmoni. Il sangue non scorre più nelle sue vene.
C'è un morto in quel sepolcro.
I carnefici se ne sono assicurati. Alla notizia che Gesù era morto, Pilato chiese ai soldati se ne avessero la certezza.
L'avevano.
La stoccata di una lancia aveva dissipato ogni dubbio.
I soldati romani sapevano fare il loro lavoro. E il lavoro era stato ultimato.
Eppure aveva detto ai suoi “Tornerò” lo aveva promesso.
“Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” Giovanni 14:3.
E per dimostrare che diceva sul serio la pietra era rotolata e il suo corpo non c'era più, erano rimaste solo le fasce. La morte non aveva potuto trattenerlo.
Sappiamo che anche noi moriremo. Sappiamo che anche noi finiremo nella tomba. I nostri polmoni come i Suoi si svuoteranno. Le nostre mani come le Sue, diventeranno rigide. Ma la risurrezione del Suo corpo fa nascere una grande fiducia.
“Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” Romani 6:5.
La risurrezione di Gesù è dimostrazione e anticipazione della nostra.
Pensavo ai credenti di Tessalonica ai quali l'apostolo Paolo scriveva: “Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.” 1 Tessalonicesi 4:13-14.
Questi credenti avevano sicuramente seppellito delle persone (in Cristo) a loro care e l'apostolo non voleva che fossero turbati riguardo a loro. Così anche noi abbiamo sicuramente presenziato a funerali di persone che amavamo, che ci erano care. E come Dio parlò ai credenti di Tessalonica così parla ancora a noi.
“Non siate tristi come coloro che non hanno speranza”.