L'anno scorso una rivista europea ha scosso l'opinione pubblica mettendo in mostra sulla prima pagina sei illustrazioni relative a fatti risalenti all'anno 2018.
Nella prima si vedevano alcune persone di colore con gli arti mozzati su uno sfondo di baracche di legno in fiamme.
Nella seconda, corpi umani e cumuli di macerie in mezzo ad una città rasa al suolo da un violento terremoto.
Nella terza: una strada, nella periferia di un villaggio della Siria, disseminata di cadaveri bambini dopo un attacco con gas nervino.
Nella quarta alcune pozze fangose e tre piccoli fanciulli così magri ed emaciati da chiedersi come facessero ad essere ancora vivi.
Nella quinta una grande distesa d'acqua dove galleggiavano corpi umani, alberi e animali con il ventre gonfio d'acqua.
Nella sesta: una casa lussuosa con divani imbottiti e pareti finemente decorate. Al centro una tavola stracolma di pietanze. Per terra diversi giovani distesi, vittime degli eccessi dell'alcol e della droga.
Il titolo era: la terra è in lutto.
La maggioranza degli uomini farà in fretta a dimenticare tutto: i morti, l'inquinamento, le guerre, la violenza, la paura e la povertà di intere nazioni.
Il disprezzo dell'intero creato è dovuto all'avidità e all'egoismo dell'uomo.
“Chi scava una fossa vi cadrà dentro” Ecclesiaste10:8.
“Uno si metterà forse del fuoco in seno senza che i suoi abiti si brucino?” Prov. 6:27.
“Camminerà forse sui carboni accesi senza scottarsi i piedi?” Prov. 6:28.
Poi, la voglia di opprimere e il timore di essere oppressi ha spinto l'uomo ad usare l'intelligenza per escogitare mezzi offensivi sempre più sofisticati e ne portiamo le conseguenze.
Rimane difficile capire come Paesi con il più elevato livello tecnologico continuino ancora nella loro folle corsa non tenendo conto di un pianeta in lutto.
Nessuno come i credenti, nella nostra epoca è in grado di capire il senso di queste parole: “La creazione è stata sottoposta alla vanità... Tutta la creazione geme ed è in travaglio” Rom.8:22.